Il Portafoglio in Certificati di Alessandro Pavan – 21.10.2021

Settimana a velocità decisamente alternate sui mercati finanziari con i listini americani in grande spolvero che dopo la brusca frenata di settembre recuperano velocemente quanto lasciato per strada e si riportano vicino ai massimi assoluti. Ma vediamoli nel dettaglio.

Andamento simile per Nasdaq ed S&P500, rispettivamente 4,3% e +3,8% negli ultimi sette giorni, una rampa dritta praticamente senza soluzione di continuità che ha decisamente fatto male a chi si è messo short sugli indici americani. L’S&P in particolare, dista solo una ventina di punti dal suo massimo storico registrato nei mesi scorsi che sembra decisamente alla portata in quanto il gap è di solo mezzo punto percentuale.

Meno tonico invece il Dax, ma soprattutto quasi privo di volatilità visto che si è mosso in un range di soli 140 punti in 7 giorni, con un movimento da minimo a massimo circa del 1%.

Chi invece è sul suo massimo storico è il FTSE MIB, che chiude la giornata di ieri sopra i 26.500 punti. Personalmente ho una view molto positiva sul mercato italiano, per diversi fattori:

  • il mercato finanziario ha sottoperformato rispetto agli altri listini negli ultimi vent’anni, motivo per cui la risalita potrebbe essere molto lunga; alcuni titoli in particolare, distano anni luce rispetto a valori visti negli scorsi anni e di conseguenza la strada per colmare il gap è molto lunga;
  • dopo un lungo periodo di instabilità politica, oggi con il governo Draghi l’Italia gode di credibilità a livello internazionale, fattore che potrebbe attrarre investimenti e capitali esteri nel nostro paese, a dare una spinta ulteriore alla ripartenza;
  • infine, l’enorme massa monetaria che arriverà dal PNRR si tradurrà in risorse ed investimenti, ed i prezzi di oggi scontano solo il primo passo della trasformazione in corso.

L’Italia oggi ha la possibilità di attrarre capitali in un mercato che ne è rimasto escluso per vent’anni a causa di una politica priva di credibilità a livello internazionale, e il PNRR potrà essere il moltiplicatore che amplifica gli effetti.

Per concludere l’analisi, uno sguardo alla volatilità con il VIX sceso in area 15 e vicino ai minimi dell’anno, su valori che non si vedevano dall’epoca pre-Covid. Questo, oltre ai mercati in salita, incide positivamente sul prezzo dei certificati in quanto, è bene ricordarlo, al diminuire della volatilità si stabilizzano anche i prezzi.

Il mio portafoglio torna vicino ai massimi di periodo, con un rendimento del 11,13% (oltre il 15% annualizzato) con un rendimento settimanale positivo per quasi tutti i prodotti, con sole tre eccezioni:

  • Leonardo/Ferrari/STM: il crollo di Leonardo di giovedì scorso ha impattato anche sul prezzo del certificato che è sceso del 1,92% nella settimana, anche se la performance dall’inserimento in portafoglio rimane superiore al 5%. Ritengo eccessivo il panic selling che si è scatento e la mia view sul titolo rimane positiva nel medio periodo, tanto più che la barriera è ancora molto profonda essendo il titolo a -11% strike;
  • Daimler/Stellantis/Volkwagen: settimana difficile per l’automotive dopo la pubblicazione dei dati ACEA sulle immatricolazioni di settembre (peggior mese di settembre dal 1995) che ha visto una diminuzione anno su anno del 25%. A pesare su questo, i ritardi sulla fornitura di chip e materie prime che ha fatto slittare in avanti le date previste per le consegne. Con Daimler e Stellantis sopra strike, è Volkswagen ad oggi a tenere basso il prezzo del certificato, distando circa il 12% da strike. Anche in questo caso, essendo la principale candidata a leader nella produzione elettrica, la mia view sul titolo è positiva e con il certificato che prezza intorno ai 95€ potrebbe essere anche un buon momento per sovrappesare il prodotto;
  • Lufthansa/Bayer/Volkswagen: in questo caso invece è Lufthansa a penalizzare lo strumento visto che le altre due sono una vicina e una sopra strike. Dopo l’aumento di capitale il titolo ha imboccato un canale discendente che l’ha portato vicino alla barriera ma nonostante questo, il prezzo del certificato continua a prezzare sopra gli 85€. Considerando anche le due cedole incassate, la perdita sul prodotto è intorno al 7% e si potrebbe anche valutare una liquidazione per i cuori meno impavidi. La scadenza non è eccessivamente lontana (fine agosto 2022) ma credo che a questi prezzi il titolo sia molto sottovalutato, motivo per cui mantengo il certificato in portafoglio.

Dall’altra parte, se guardiamo ai best performer invece non possiamo non parlare di Alibaba. Con il rimbalzo del titolo, arrivato fino ai 177$ dopo che era sceso fino a 140$ e sotto la barriera capitale, il certificato prende un ulteriore boccata d’ossigeno con la quotazione che torna intorno agli 87€. Anche in questo caso, considerando le cedole incassate, la perdita è ora di circa il 2%. Qualche settimana fa vedevo un fuggi fuggi generale dai certificati con Alibaba come sottostante o switch su prodotti con durata lunga per diminuire il grado di rischio. Come fatto nell’articolo di settimana scorsa, ribadisco ancora una volta il pregio dei certificati, in particolare dei cash collect con effetto memoria: sono strumenti che permette di incassare un flusso cedolare anche in caso di ribassi dei sottostanti. Per cui niente panico. Sostituire il certificato intorno ai 70€ avrebbe significato portare a casa una cospicua perdita in conto capitale. I fondamentali della società erano, sono e rimangono buoni. Sell off sul titolo e picco della volatilità hanno inevitabilmente spinto in basso la quotazione del prodotto e quello rappresenta il momento peggiore in cui liquidare un certificato.

Bel rimbalzo anche del McDonald’s/Beyond Meat, grazie alla risalita della seconda che dopo aver toccato il supporto a 100$ ha visto il prezzo risalire fino ai 107$ di ieri sera, e del certificato sui pagamenti digitali che nonostante i tre sottostanti su quattro leggermente sotto strike, quota ora sopra la pari.

Nel webinar di lunedì approfondiremo queste dinamiche, analizzando le operazioni più significative realizzate in questi 8 mesi del portafoglio per avere una visione più ampia sulla gestione delle posizioni, non solo quelle in perdita ma anche quelle in profitto.

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