L’inflazione statunitense di agosto si è attestata a 2,5% su base annuale, sotto le attese al 2,6% e il precedente 2,9% (su base m/m il dato è stato pari alle stime allo 0,2%).
La rilevazione core è risultata pari al 3,2% su base annuale, in linea con le attese e con la rilevazione di luglio. Su base mensile tuttavia, la variazione è stata dello 0,3%, oltre il consensus allo 0,2%. Di fatto, un dato core più alto del previsto dà all’ipotesi di un taglio da 50 punti base da parte della Fed minori probabilità di essere messo in atto.
A livello di singole componenti, l’aumento degli shelter cost dello 0,5% m/m è stato il principale fattore di aumento. Sempre guardando le variazioni m/m, i prezzi del cibo sono cresciuti dello 0,1%, quelli dell’energia hanno segnato un -0,8%, quelli dei veicoli nuovi sono rimasti invariati, quelli dei veicoli usati sono scesi del -1%, quelli dell’abbigliamento sono incrementati dello 0,3%, quelli delle commodities sanitarie hanno segnato un -0,2% quelli dei servizi di trasporto un +0,9% e quelli dei servizi sanitari un -0,1%.
Da segnalare che gli owners’ equivalent rent, misura osservata con attenzione che misura la stima di quanto le persone dovrebbero pagare se affittassero case equivalenti rispetto alle proprie, sono saliti dello 0,49%, oltre lo 0,36% di luglio. Al momento il future sull'S&P 500 registra il -0,50%, quello sul Dow Jones il -0,60% e quello sul NASDAQ 100 il -0,47%. Il rendimento del decennale USA segna il +1,03%, al 3,68%.