Il 15 maggio è un giorno osservato con attenzione dagli investitori, in quanto si conosceranno i dati sull’inflazione statunitense di aprile. Le attese degli analisti censiti da Reuters si aspettano una flessione della rilevazione headline dal 3,5% al 3,4% su base annuale. Il dato core dovrebbe invece passare dal 3,8% di marzo al 3,6%.
Ma vediamo ora cosa si aspettano gli analisti:
Bank of America
Fonte: ricerca Bank of AmericaGli analisti prevedono un dato headline al 3,4% e quello core al 3,6%, in linea con le stime Reuters. Il rallentamento però non è giudicato sufficiente a fornire abbastanza fiducia alla Fed. La principale causa per una misurazione ancora solida è relativa ai prezzi dell’energia, visti in aumento dell’1,3% a/a. La rilevazione dovrebbe continuare a mostrare una significativa divergenza nel percorso dei prezzi core dei beni e servizi. I primi dovrebbero aver proseguito il trend discendente, mentre i secondi potrebbero aver registrato uno 0,4%, giudicato troppo alto.
La componente dei servizi esclusa la parte di affitti e Owners’ Equivalent Rent dovrebbe essersi moderata grazie alla mean reversion dei servizi di trasporto (aumento più moderato di assicurazioni dei veicoli e prezzi di manutenzione dopo i forti rialzi di marzo). Se il report fosse in linea con le attese, BofA si aspetterebbe il primo taglio dei tassi da parte della Fed a dicembre. Dati più alti del consensus metterebbero in dubbio anche la riduzione del costo del denaro di fine anno.
Goldman Sachs
Fonte: ricerca Goldman SachsAnche gli esperti di Goldman Sachs si attendono un CPI headline al 3,6% e un core al 3,4% (arrotondati da 3,61% e 3,42%).
Sono tre le principali tendenze attese:
- La prima riguarda l’aumento delle tariffe delle assicurazioni auto dell’1,6%, in quanto i premi continuano ad avere un catch up con i costi. Le pressioni sulle compagnie assicurative sono state esercitate dall’aumento dei prezzi delle auto e dei costi di riparazione, medici e di contenzioso. I premi sono stati trasferiti ai consumatori con un ampio ritardo e, in prospettiva, ci si aspetta una moderazione degli incrementi sequenziali fino allo 0,5% entro fine 2024. Questo ridurrebbe il contributo sul CPI core da 0,8 a 0,5 punti entro dicembre.
- La seconda tendenza riguarda l’assicurazione sanitaria, con un rallentamento del ritmo sequenziale dall’1% allo 0% m/m.
- La terza è relativa alla componente shelter, con un rallentamento dell’inflazione degli affitti allo 0,37%. È poi vista una crescita ancora solida degli OER, allo 0,45%. Complessivamente, a dicembre la parte abitative dovrebbe attestarsi allo 0,34% m/m, il 4,9% a/a.
In prospettiva, GS vede l’inflazione core al 3,5% e il PCE core al 2,7% entro fine 2024.
Credit Agricole
Credit Agricole vede il CPI headline USA di aprile al 3,4% e la rilevazione core al 3,6%. Gli analisti sottolineano l’importanza del dato, in quanto sarà utile a verificare se le pressioni inflazionistiche si sono attenuate dopo le sorprese al rialzo del 1° trimestre. Se le attese venissero rispettate, si tratterebbe di un timido passo verso la giusta direzione, con il ritmo annualizzato a 3 mesi che tornerebbe a scendere. Tuttavia, dopo aver visto la forza delle rilevazioni del 1° trimestre, la Fed avrà bisogno di qualche mese in più di dati migliori per avere la fiducia necessaria a tagliare i tassi.
Fonti: ricerche Bank of America, Goldman Sachs e Credit Agricole