Le azioni USA restano sopravvalutate

Le azioni statunitensi sono ancora costose rispetto al resto dell’anno e c’è ancora spazio per la moderazione nelle valutazioni se continueranno ad esserci dubbi in merito all’eccezionalità dell’economia statunitense. Tra il 2019 e il 2019 il P/E forward dell’indice USA rispetto ai peer internazionali è salito dal 4% al 30%. A fine 2024 questo valore è salito al 67%: 22x contro 13,3x.

Con le ultime vendite il dato livello è sceso al 48%, minimi dal 2023 ma ancora alto rispetto agli standard storici. Il calo da inizio anno è del -17% circa, contro il -7,5% internazionale. L’azione mediana USA a fine 2024 era quotata con un premio su quella internazionale del 30%, ora al 17%.

Un’altra informazione che si può ottenere dal P/E, che ora si trova al di sotto della norma post-Covid, è che l’ottimismo nei confronti di AI e soft landing è stato più che compensato dalle paure in merito alle tariffe.

L’indice Bloomberg US scambia con un P/E forward a 18,5x, il 20% sopra il minimo del bear market del 2022 a 15,5x. Al contrario, mercati emergenti e sviluppati ex-US sembrano più a buon mercato, elemento che li potrebbe proteggere da ulteriori ribassi (anche se le valutazioni di quelli sviluppati sono ancora il 18% sopra i minimi del 2022).

Fonte: Bloomberg

Condividi su

Informazioni sull'autore

Ti è piaciuto l'articolo ?

Non perderti neanche un contenuto, iscriviti subito alla newsletter gratuita di FreeFinance!

ISCRIVITI SUBITO