Il Wall Street Journal mette in evidenza che i titoli tech stanno nascondendo quanto gli investitori sono spaventati dai tassi high for longer. Il titolo medio dell’S&P 500 è più penalizzato dall’ambiente di tassi in crescita, ma il principale indice di Borsa USA risulta meno influenzato dalle prospettive sul costo del denaro. Questo avviene perché gran parte del valore del listino è rappresentato dalle big tech, le quali sono isolate dalle decisioni della Federal Reserve grazie alle loro ampie riserve di liquidità.
Questo ha permesso alle società più grandi di bloccare i tassi prima che iniziassero a salire nel 2022. Le aziende più piccole non dispongono di liquidità su cui guadagnare interessi e hanno bisogno di emettere bond per raccogliere denaro. In realtà,
le compagnie più piccole a volte non possono nemmeno accedere al mercato obbligazionario e questo potrebbe essere un motivo per cui il Russell 2000 è rimasto così indietro.
Ciò sta provocando un divario tra le valutazioni: dividendo il mercato in decimi sulla base delle dimensioni, la valutazione dei gruppi aumenta in maniera costante alla crescita del valore delle aziende. Il titolo mediano dell’S&P 500 viene scambiato a 18 volte gli utili, mentre il gruppo delle grandi aziende tecnologiche scambia a 21x.
Un altro modo per misurare la sensibilità ai tassi richiede il confronto tra l’S&P 500 “classico” (con pesi diversi a seconda della grandezza della società) e quello equamente ponderato. Alla chiusura del 31 maggio,
il primo ha registrato un rialzo di oltre il 10% da inizio anno, il secondo di meno del 5%.
Da segnalare anche il legame con i titoli obbligazionari: su un periodo di 100 giorni, l’azione media è più collegata ai rendimenti (salendo quando questi scendono e viceversa) di quanto non lo sia mai stata dal 1990.
La differenza tra big e small cap riflette quanto si vede nell’economia generale: se la Fed aspettasse più a lungo nel tagliare i tassi, ci saranno pressioni maggiori sui soggetti che stanno lottando con i tassi alti. I debitori più poveri e giovani sentono la pressione e ciò potrebbe trascinare in basso la crescita.
In generale, la situazione del mercato di quest’anno è opposta rispetto al 2022. La differenza potrebbe essere dovuta alla compensazione derivante dall’entusiasmo dell’AI. Lo shock del rapido aumento del costo del denaro di 2 anni fa ha una portata diversa rispetto alla riduzione delle aspettative di tagli del 2024. Oltre a ciò, gli investitori si sono accorti che il debito a lunga scadenza e la liquidità proteggono molti titoli importanti.
Interessante notare poi che le 50 società più piccole dell’S&P 500 scambiano ad un P/E forward di 15x: i tagli dei tassi potrebbero innescare rialzi per queste aziende.
Fonte: Wall Street Journal