USA: i dazi sono qui per restare
23 settembre 2025
Secondo gli analisti di Morgan Stanley, difficilmente i dazi spariranno con la decisione della Corte d’Appello. Ricordiamo infatti che l’autorità aveva stabilito che Trump non ha i permessi legali per dichiarare lo stato di emergenza nazionale e imporre dazi previsti dall’International Emergency Economic Powers Act, che si applicano a circa il 70% delle importazioni.
La decisione entrerà in vigore dal 14 ottobre, ma il Presidente USA ha già detto che si ricorrerà alla Corte Suprema. In ogni caso, ci sono svariati modi per sostituire i dazi IEEPA, dando più tempo per completare studi duraturi ai sensi delle sezioni 301 e 232.
Anche se le tariffe fossero dichiarate incostituzionali quindi, i cambiamenti allo scenario base sarebbero minimi.
Sul fronte inflazionistico, MS ritiene che il trasferimento dei maggiori costi sui prezzi dei beni sarà più graduale del previsto, in quanto le aziende stanno smaltendo le scorte esistenti, le tariffe sono limitate dagli alti tassi di conformità al patto USMCA e ci sono sforzi di mitigazione in corso.
In generale gli analisti restano costruttivi sulle performance delle principali asset class nel 2025. L’indice S&P 500 è meno esposto ai dazi rispetto all’economia in generale, con elementi a favore anche da parte dell’indebolimento del dollaro, della leva operativa positiva, dall’adozione dell’IA, alla domanda repressa e ai risparmi fiscali.

Molto interessante evidenziare anche che dal Liberation Day gli asset di rischio USA hanno mostrato una sensibilità limitata ai nuovi sviluppi tariffari, comprese le contestazioni legali.
Fonte: ricerca Morgan Stanley
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