Dichiarazioni Lagarde, Kazimir, Nagel e de Cos (BCE) su politica monetaria

🔷Christine Lagarde, Presidente della BCE, ha sostanzialmente ribadito le precedenti dichiarazioni, sottolineando che l’inflazione core resta forte e la crescita dei salari è storicamente elevata. Per Lagarde, è dunque necessario un ulteriore rallentamento dei prezzi per raggiungere il target del 2% entro il 2025. È stato definito cruciale la valutazione dell’impatto dei precedenti incrementi del costo del denaro: se gli effetti della politica monetaria si rivelassero più forti del previsto, la crescita economica potrebbe rallentare. Tra gli altri rischi al ribasso sono stati menzionati quelli di natura geopolitica e quello di un indebolimento economico generale. Al contrario, se il mercato del lavoro, l’aumento dei redditi reali e la diminuzione dell’incertezza rafforzeranno la fiducia dei consumatori, l’economia potrebbe sorprendere al rialzo. Lagarde ha infine detto che la missione dell’Eurotower non è ancora compiuta.


🔷Peter Kazimir, Presidente della Banca centrale slovacca, ha detto che la BCE potrebbe non tagliare il costo del denaro per almeno un anno per riuscire a riportare l’inflazione al target. Kazimir ritiene che sia prematuro accelerare la riduzione del bilancio mentre si sta portando a termine il percorso di rialzo dei tassi e non si aspetta variazioni al PEPP prima dell’estate. Inoltre, per ora l’esponente del board della BCE non è d’accordo ad alzare il requisito di riserva minima per le banche.


🔷Joachim Nagel, Presidente della Bundesbank, ha detto che la battaglia della BCE contro l’inflazione non è ancora conclusa, con l’inflazione che resta troppo alta e i rischi al rialzo rimangono “piuttosto presenti”. Per Nagel, la BCE assicurerà che i tassi restino sufficientemente alti per tutto il tempo necessario.


🔷In un’intervista al Financial Times, il Presidente della Banca centrale spagnola Pablo Hernandez de Cos ha detto che l’aumento dei rendimenti a livello globale potrebbe permettere alla BCE di mettere la parola fine agli aumenti dei tassi. Questa dinamica inoltre implica la necessità che i Governi inizino a ridurre i deficit dal 2024.

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