17 agosto 2023
🔷La People’s Bank of China ha detto che manterrà la liquidità ragionevolmente ampia, mantenendo la politica “precisa e vigorosa” al fine di sostenere la ripresa cinese. L’istituto ha precisato che sfrutterà meglio la funzione aggregata e strutturale della politica monetaria, sostenendo il recupero e lo sviluppo dell’economia reale. L’istituto ha affermato che il Paese sta facendo fronte ad una domanda insufficiente, operazioni commerciali difficili, rischi elevati e pericoli nascosti in aree chiave in un contesto di indebolimento dell’economia mondiale e di pericoli di deglobalizzazione. Per rispondere alla crisi immobiliare, la Banca centrale ha affermato che aggiusterà le politiche immobiliari in modo tempestivo, mentre coordinerà il sostegno finanziario per risolvere i rischi al debito locale. Nel frattempo, il premier della Cina, Li Quang, ha detto che il Paese si impegnerà per raggiungere i target economici del 2023, invitando ad espandere la domanda interna e rilanciare i consumi.
🔷Le tensioni economiche in Cina e la paura di tassi USA “higher for longer” hanno portato i rendimenti del decennale statunitense su livelli che non si vedevano dal 2008. Secondo diversi analisti, gli ultimi dati economici in USA mostrano un’economia in forze, elemento che potrebbe sostenere l’ipotesi di un costo del denaro più alto o, quantomeno, un taglio dei tassi più in là nel tempo rispetto a quanto si pensava inizialmente.
🔷Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, l’Amministrazione Biden intende annunciare una serie di dazi sulle importazioni di metallo che si usa per produrre le lattine da parte di Cina, Germania e Canada. Secondo il Dipartimento del Commercio, i produttori dei tre Paesi avrebbero venduto i loro prodotti in territorio USA ad un prezzo ingiustamente basso. I prodotti cinesi dovrebbero essere soggetti ad una tariffa del 122,52%, ben più alta rispetto al 7,02% delle società tedesche e al 5,29% di quelle canadesi, in quanto ci sarebbe un rifiuto di collaborare alle indagini per dimostrare l’indipendenza dal Governo di Pechino. In totale, il WSJ riporta come la Cina conti per il 14% dell’import statunitense di banda stagnata, mentre Germania e Canada insieme per il 30%.
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