L’Eurozona sta evitando la recessione? Secondo Ned Davis Research questa potrebbe essere una possibilità concreta. A marzo solo 2 su 8 componenti dell’Eurozone Recession Watch presentavano un segnale recessivo, molti meno rispetto ai 5 di giugno 2023 (storicamente con 6 indicatori oltre la soglia critica si presentava una contrazione dell’economia). Attualmente l’indicazione negativa è fornita dall’ampiezza del PMI manifatturiero e dall’IFO Business Climate Survey, che comunque si stanno muovendo in una direzione corretta. In generale, la probabilità stimata del modello per una recessione in Eurozona è del 19% per maggio, il minimo da gennaio 2022.
Tra gli aspetti positivi da considerare compaiono la discesa dell’inflazione più rapida del previsto, che aumenta i salari reali e offre alla BCE un margine più ampio per allentare la politica monetaria. Oltre a ciò, l’accelerazione della crescita mondiale degli ultimi mesi dovrebbe contribuire a stimolare la domanda estera di beni e turismo europei.
Tuttavia ci sono diverse prospettive negative. Le deboli tendenze demografiche e di produttività indicano che la crescita potenziale sarà bassa, con le stime che vedono una ripresa minima e suddivisa per ogni economia. La fiacchezza della produttività ha effetti anche sul costo unitario del lavoro, il quale a sua volta potrebbe limitare la portata della normalizzazione monetaria. La crescita potenziale annua del PIL reale dell’Eurozona è calcolata nella misura dello 0,6% annuo (quella degli USA è del 2%).
Fonte: Ned Davis Research