Fed: torna in auge il dibattito sul tasso neutrale
07 febbraio 2024

Questo non implica che ci saranno altri aumenti, ma che la restrizione economica esercitata dalla Banca centrale è inferiore rispetto a quanto si pensava e, in ultima analisi, meno riduzioni del costo del denaro. Di recente, Kashkari ha riportato in auge questo discorso, mettendo in luce i dubbi in merito alla pressione esercitata dalla politica monetaria.
Un’ipotesi approssimativa del tasso neutrale è identificata dalle proiezioni mediane del dot-plot sui tassi nel “longer run”, attualmente al 2,5%. Aggiustato per l’inflazione, l’r* è allo 0,5%. Un’analisi di Bank of America vede l’r* a 40 punti base in termini reali. Considerando gli attuali tassi al 5,25%-5,50%, ci sono 238 punti base di margine potenziale per la riduzione dei tassi. Se gli altri componenti del board si allineassero a Kashkari, il tasso neutrale salirebbe, riducendo il margine di manovra. In particolare, se per ipotesi si tornasse ai livelli del 2015 del 3,5%-3,8% si passerebbe dal prezzare 150 punti base a 100 punti base di riduzione. Non è detto che i fattori che hanno portato all’aumento del tasso neutrale siano persistenti: l’aumento della produttività, la partecipazione alla forza lavoro e la crescita USA che si troveranno a far fronte a venti contrati.
Fonte: Refinitiv
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