30 marzo 2021
La green economy non è un tema nuovo, ma è sicuramente un tema molto attuale.
Negli ultimi anni l’orientamento verso le energie rinnovabili e la riduzione delle emissioni ha fatto breccia nella nostra quotidianità, prima con il volto della giovane Greta Thunberg e le proteste giovanili, poi con le politiche verdi inserite nell’agenda del governo Biden per questo quadriennio di presidenza.
Inoltre, l’introduzione del nuovo regolamento dell’Ue per banche ed intermediari finanziari, chiamato Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR), ha lo scopo di aiutare a spendere un 1 trilione di euro (1,19 trilioni di dollari) in investimenti verdi nel prossimo decennio, di eliminare le informazioni frammentarie sull’impatto climatico attualmente fornite dai partecipanti al mercato finanziario e di dare un vantaggio alle aziende con prodotti veramente sostenibili.
Motivi per i quali gli investimenti nelle società coinvolte nei vari settori della rivoluzione ecologica dovrebbero avere un trend estremamente positivo nei prossimi anni.
Il certificato della settimana è il DE000VQ5ZRR8, Memory Cash Collect legato a questo settore con solo due sottostanti, Vestas Wind System e SolarEdge Technologies, e una barriera molto profonda fissata al 50% dei prezzi di strike. Non esistono sul mercato certificati che prevedano barriere così profonde per questi due titoli.
Il primo, Vestas Wind System, è il più grande produttore di turbine e pale eoliche al mondo, con progetti in 60 paesi, oltre 21.000 dipendenti e un fatturato vicino ai 15 miliardi di euro. Dal punto di vista dell’andamento dell’azione, il prezzo dopo aver toccato il massimo storico a 1.605 corone a gennaio, dopo un rally di oltre il 200% nell’ultimo anno, ha subito un fisiologico storno, riportandosi in area 1.000 corone prima di ripartire. Lo strike è fissato a 1.100, quindi lo spazio per crescere è ancora molto, a fronte di una barriera posta a 550, ovvero ad un terzo del valore massimo toccato. Livelli quindi davvero molto interessanti.
Il secondo invece è SolarEdge Technologies, industri israeliana domiciliata negli Stati Uniti, specializzata nella produzione di inverter per impianti fotovoltaici. Come per Vestas, dopo il massimo toccato a gennaio a 377$, l’azione è scesa fino ad un minimo in area 245$, per poi rimbalzare e quotare ora 268$. Il prezzo di strike è pari a 277,84$ con il titolo in ritardo di circa il 3%. Anche in questo caso la barriera è molto profonda a 138,92$, sempre intorno ad un terzo rispetto al massimo di gennaio.
Le caratteristiche interessanti di questo prodotto sono due:
La prima finestra per l’autocall è a settembre, alla prima osservazione e permetterebbe, in caso di recupero dello strike da parte di SolarEdge di ottenere il rimborso a 100 più lo stacco della cedola, per un rendimento del 8% in meno di sei mesi.
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