28 novembre 2023
Continuiamo con la carrellata di outlook da parte di diversi analisti con quello globale di Deutsche Bank. Gli esperti ritengono che Fed e BCE abbiano concluso con i rialzi dei tassi. Tuttavia, considerando il ritardo con cui opera la politica monetaria, la situazione di stress economico potrebbe peggiorare nel corso del 2024. Per quanto riguarda l’Eurozona, è prevista una stagnazione fino all’estate del prossimo anno. In generale, DB non prevede che nessuna Nazione del G7 registrerà una crescita del PIL superiore allo 0,8%. Ciò implica che i Paesi saranno più vulnerabili a shock mentre gli effetti dell’inasprimento monetario si fanno sempre più forti. Gli analisti ritengono che sarebbe sorprendente non assistere ad altri potenziali “incidenti macro”, visti gli oltre 10 anni di tassi bassi, un incremento dei bilanci delle Banche centrali da 5.000 a 30.000 miliardi di dollari e le aspettative di politiche ultra-accomodanti per gran parte del decennio.
Deutsche Bank vede ancora vulnerabilità sulle banche regionali USA, nel settore immobiliare commerciale e nei mercati privati. Quella dell’anno prossimo è ritenuta una corsa contro il tempo, i tassi e gli standard di prestito potrebbero riuscire a scendere abbastanza velocemente da evitare un incidente di funding. Sul tema recessione, gli analisti mettono in luce un elemento interessante: un fenomeno di questo tipo sarebbe stato storicamente precoce. Dall’analisi dei 13 cicli di rialzo dagli anni ’50, solo un caso ha visto un evento recessivo entro 18 mesi dall’inizio dei rialzi. In sei casi si è visto tra i 19 e i 28 mesi: i rischi sono dunque orientati verso i prossimi 2-3 trimestri. Lo scenario di soft landing è complicato anche dal fatto che in USA si è assistito alla più grande crescita della massa monetaria dal secondo dopoguerra e dal suo declino più importante dagli anni ’30. Matt Luzzetti vede una recessione negli Stati Uniti nel 1° e 2° trimestre del 2024, con un tasso di disoccupazione che raggiungerà il picco del 4,6% nel 3° trimestre.
I tagli dei tassi dovrebbero arrivare a giugno 2024 e arrivare fino a 175 punti base (in totale 225 punti base fino al 2025). La view verrebbe compromessa da una discesa dell’inflazione più veloce del previsto insieme ad un allentamento del mercato del lavoro. Per l’Eurozona, Mark Wall vede un PIL allo 0,2% nel 2024 e un’inflazione al 2,1% nel 2025. La BCE dovrebbe essere cauta nel taglio dei tassi, con il processo che dovrebbe iniziare a giugno e portare ad una riduzione di 100 punti base nel 2024 e altri 100 nel 2025. Per la Cina la view è di una crescita del 4,7% nel 2024, anche se molto dipenderà dal supporto del Governo. In generale, il PIL globale è visto al 3,2% nel 2023 e al 2,4% nel 2024. Quest’ultimo dato è all’estremità di quel range di crescita del 2%-2,5% che identifica una recessione globale. Nel 2025 si dovrebbe crescere del 3%.
Per quanto riguarda le obbligazioni, il rendimento del decennale USA dovrebbe scendere verso il 4,05% nel prossimo anno. S&P 500 e STOXX 600 potrebbero invece salire di poco più del 10% nel corso dell’anno, valore visto al 20% in caso di una crescita più rapida del PIL. Saranno invece da monitorare i rischi geopolitici e gli effetti delle elezioni, visto che si terranno per circa la metà della popolazione globale.
Condividi su
Informazioni sull'autore
Ti è piaciuto l'articolo ?
Non perderti neanche un contenuto, iscriviti subito alla newsletter gratuita di FreeFinance!
ISCRIVITI SUBITO