04 ottobre 2023
L’economia dell’Eurozona resta fragile, con le probabilità di recessione a un anno che secondo Refinitiv si aggirano intorno al 45%. Una ricerca di Gavekal mette in evidenza tre forze esterne che potrebbero compromettere ulteriormente la crescita dell’area, vediamole nello specifico:
🔹L’aumento dei prezzi del petrolio, che è destinato a tornare ad alimentare l’inflazione;
🔹La perdita di valore dell’euro contro il dollaro USA, con il cambio EUR/USD che dall’area di 1,13 raggiunta a metà luglio è passato alla zona di 1,05. La svalutazione della moneta unica è negativa per il blocco, che è un importatore netto di energia (con le commodities tipicamente quotate in dollari). Un aiuto non è arrivato dall’export, visto che gli analisti mostrano come l’euro è salito dell’1% rispetto ad un paniere di valute che rappresentano i mercati per i beni industriali europei.
🔹Vi è inoltre la possibilità di un effetto contagio da parte dei rendimenti dei titoli di Stato USA. Questo potrebbe essere uno dei motivi della salita degli yield del Bund, che di recente hanno raggiunto i livelli più alti da giugno 2011. Un altro motivo dell’aumento dei rendimenti potrebbe essere dovuto all’opinione degli investitori che la BCE adotti un atteggiamento più hawkish nei prossimi meeting.
Per Gavekal Research, questi tre elementi stanno aumentando l’inasprimento finanziario, ritardando il processo disinflazionistico. L’opinione degli esperti è che tale situazione spinga gli investitori a sottopesare le azioni e a mantenere corta la duration nel mercato obbligazionario.
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