28 agosto 2023
📊Nelle ultime settimane, la Cina è stata sotto i riflettori per via del rallentamento economico, della deflazione e della crisi del settore immobiliare. Sempre più economisti sono convinti che il Paese non riuscirà a raggiungere il target di crescita al 5% nel 2023. Tra questi vi sono gli analisti di Morgan Stanley, che prevedono un PIL cinese al 4,7% nel 2023 e al 4,2% nel 2024, 30 punti base in meno rispetto alle previsioni precedenti. Inoltre, è stata abbassata la stima sull’indice dei prezzi al consumo dallo 0,9% allo 0,4% nel 2023 e dall’1,6% allo 0,9% per il 2024. Ma dove si potrebbe verificare l’impatto maggiore di un indebolimento dell’economia cinese in Europa? Sempre gli analisti di Morgan Stanley hanno risposto a questa domanda evidenziando che in generale solo il 7% dei ricavi arrivino dall’ex Impero Celeste. Tuttavia, ci sono comparti più dipendenti dalla seconda economia al mondo. Tra questi possiamo contare quella dei semiconduttori (poco meno del 25% delle vendite), quello dei beni durevoli (più del 15%), quello dei materials (intorno al 15%) e quello energetico (sempre intorno al 15%).
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