30 novembre 2023
Lo scorso 28 novembre abbiamo visto che la fiducia dei consumatori elaborata dalla Conference Board in USA si è attestata a 102 punti, oltre le stime e la rilevazione di ottobre. Tuttavia, l’aumento è derivato da quella che viene definita dagli analisti di TS Lombard “un’insolita revisione al ribasso dai 102,6 punti”. Questa misurazione andrà monitorata con attenzione con le elezioni presidenziali del 2024, perché qualunque numero sotto i 100 punti nel luglio di un anno elettorale potrebbe significare la perdita del partito che si è insediato alla Casa Bianca. In dettagli, ciò è avvenuto nel 2016, 2020, 1976, 1980, 1992 e 2008. Nel 1984, 1996 e 2004 il partito in carica ha vinto con una fiducia sopra i 100 punti. In passato ci sono state delle eccezioni: il 2000 e il 2012. Inoltre, nel 1972 Nixon vinse con una misurazione a 98,9 punti, mentre nel 1968, con 130,7 punti ad agosto 1968, il patito in carica non vinse. Un’altra indicazione interessante che si può ottenere da questi dato arriva dallo spread tra le condizioni attuali e le aspettative future, che mediamente raggiunge un picco 4 mesi prima dell’economia. Nel caso attuale, il massimo è stato raggiunto a febbraio, con i 60,4 punti di novembre che rappresentano il minimo annuale. Nel 2007 si è verificato il periodo più esteso tra il raggiungimento del top e l’avvio di una recessione. Supponendo che al momento un fenomeno recessivo non sia cominciato, anche oggi ci troviamo in una situazione analoga.
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