05 ottobre 2023
Il recente aumento dei rendimenti può essere attribuito al premio a termine. Tra i fattori che influiscono su questo dato vi sono i deficit pubblici, che tornano ad essere sotto i riflettori. Questo perché negli scorsi anni le preoccupazioni erano relative alla bassa richiesta di credito privato, alla bassa inflazione e alla crescita lenta. Ciò ha portato le Banche centrali a mantenere tassi a zero e ad acquistare titoli di Stato tramite i programmi di QE. Con la fine dell’era delle politiche accomodanti, la politica fiscale torna in primo piano. In effetti, i rendimenti dei bond governativi sono aumentati con il declassamento di Fitch, l’aumento delle dimensioni delle aste da parte del Tesoro e con il pericolo shutdown. Barclays ritiene che nel 2023 il deficit federale arriverà al 7% del PIL nel 2023, il massimo dal 1930 escluse guerre e recessioni. Per gli analisti, considerando l’attuale contesto di forte crescita e bassa disoccupazione, in tempi più normali i deficit potrebbero essere molto più alti. In questo contesto, sarà quindi da porre il focus sempre più sulle politiche fiscali dei vari Governi, visto che la riduzione delle spese inizierà a contare sempre di più.
Con la fine dell’era delle politiche accomodanti, la politica fiscale torna in primo piano. In effetti, i rendimenti dei bond governativi sono aumentati con il declassamento di Fitch, l’aumento delle dimensioni delle aste da parte del Tesoro e con il pericolo shutdown. Barclays ritiene che nel 2023 il deficit federale arriverà al 7% del PIL nel 2023, il massimo dal 1930 escluse guerre e recessioni. Per gli analisti, considerando l’attuale contesto di forte crescita e bassa disoccupazione, in tempi più normali i deficit potrebbero essere molto più alti. In questo contesto, sarà quindi da porre il focus sempre più sulle politiche fiscali dei vari Governi, visto che la riduzione delle spese inizierà a contare sempre di più.
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