Nel considerare un investimento di lungo periodo, ha senso cercare di entrare con timing nel mercato? Per rispondere a questa domanda abbiamo ipotizzato di investire 10.000 dollari nell’S&P 500 in due lassi temporali: il primo dal 1929 (quando ancora c’era l’S&P 90) e il secondo considerando un investitore che ha iniziato ad operare nel 2000.
Abbiamo adottato una semplificazione: cosa sarebbe successo se andando alla ricerca del timing perfetto si fossero persi i 10, 20, 30, 40 e 50 giorni migliori? I risultati sono molto interessanti.
I dati dal 1929
Dal 1929 ad oggi, 10.000 dollari investiti nell’S&P 500 sarebbero diventati 3.361.115. Perdendo solo i 10 giorni migliori, il ritorno sarebbe sceso a 1.136.349 dollari e, nel peggiore dei casi con i 50 giorni persi, si sarebbero ottenuti 68.545 dollari.
I dati dal 2000
Guardando i dati dal 2000 si osserva un fenomeno ancora peggiore: perdendo dao 30 ai 50 migliori giorni, l’investimento risulterebbe in perdita. Con tutti i giorni investiti invece, il ritorno sarebbe di 40.628 dollari. Perdendo i 50 giorni migliori, rimarrebbero in tasca 3.209 dollari.
Cosa succede in Europa?
Guardando alla situazione in Europa, prendendo in considerazione il DAX dal 2000, la situazione non cambia molto e conferma l’ipotesi che il market timing nel lungo periodo non sia utile e anzi, può portare a variazioni negative.
Mantenendo l’investimento si otterrebbero 27.833 dollari, mentre perdendo dai 20 ai 50 giorni migliori si incasserebbe una perdita significativa.
Conclusioni
Per concludere, perdersi anche solo una piccola parte dei giorni migliori dell’S&P 500 può portare a performance significativamente inferiori. In effetti, le variazioni percentuali più estreme si verificano improvvisamente e sono quasi impossibili da prevedere, almeno non la totalità.
Si consideri anche che dal 1929, 22 delle 50 migliori giornate sono state archiviate durante un
bear market. Dal 2000 invece, il numero scende a 13.
Per il DAX, dal 2000 i giorni migliori che avvengono in un bear market sono 18. Per riassumere, se nel breve periodo il market timing è fondamentale, nel lungo termine cercare l’entrata perfetta può portare a performance significativamente inferiori.