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News di Politica monetaria: BCE e FED
- Lato BCE, sono da segnalare le parole contrastanti di Centeno e Holzmann, rispettivamente Governatori della Banca centrale portoghese e austriaca. Per il primo, nel meeting di dicembre l’istituto potrebbe optare per un incremento meno ampio di 75 punti base, mentre il secondo si è detto favorevole ad un incremento più deciso, in modo tale da convincere il pubblico che l’Eurotower è “seria” nel suo impegno a combattere l’inflazione. Holzmann ha dichiarato di non vedere segnali che il dato core si sta riducendo e di vedere un appiattimento dell’economia o una moderata recessione.
- Il Capoeconomista della BCE, Philip Lane, ha affermato che l’istituto dovrà continuare ad alzare i tassi anche dopo dicembre, ma che gli aumenti potrebbero essere inferiori rispetto a quelli più recenti. Bostjan Vasle, Governatore della Banca centrale slovena, ha evidenziato invece come la BCE potrebbe dover alzare il costo del denaro ad un livello tale da frenare la crescita economica.
- Luis De Guindos, il Vicepresidente della BCE, ha dichiarato che l’istituto dovrebbe avere un approccio passivo sul quantitative tightening. Inoltre, De Guindos ritiene che l’inflazione core rimarrà alta per diversi mesi e che la Banca centrale dovrà portare i tassi ad un livello tale da riportare l’indice dei prezzi al consumo al 2%. Gabriel Makhlouf, Presidente della Banca centrale irlandese, ha detto che è ancora presto per determinare l’azione necessaria della BCE nel prossimo meeting.
- Joachim Nagel, Governatore della Bundesbank, ha dichiarato che a dicembre l’istituto metterà a segno un altro robusto aumento dei tassi, anche se è ancora presto per discuterne l’entità. Gediminas Simkus, Presidente della Banca centrale della Lituania, non toglie nessuna opzione dal tavolo, sostenendo che il minimo è un incremento di 50 punti base.
- Isabel Schnabel, componente del board della BCE, ha detto che l’istituto ha un margine di manovra limitato per aumentare i tassi con una minore intensità. Schnabel ha detto che “molte misure fiscali popolari tra gli elettori, come i tetti ai prezzi o i sussidi, rischiano di alimentare ulteriormente l'inflazione a medio termine”, elemento che potrebbe costringere l’istituto ad alzare i tassi oltre il livello neutrale.
- Dai verbali della riunione della BCE di ottobre è stato evidenziato come ad ottobre pochi esponenti del board fossero d’accordo nell’alzare i tassi in maniera meno decisa per far fronte all’inflazione. Coloro che volevano un incremento più contenuto, hanno evidenziato come l’incremento è stato accompagnato da altre misure restrittive.
- Per quanto riguarda la FED, la Presidente della Fed di Cleveland, Loretta Mester, ha dichiarato che la Banca centrale USA potrebbe passare ad aumenti del costo del denaro più contenuti a partire dal meeting di dicembre. Mester ritiene che gli ultimi dati sono stati incoraggianti, ma continuerà a sostenere aumenti dei tassi fino a che non vedrà altri segnali di progresso. Inoltre, la Governatrice sostiene che si è ancora distanti dalla fine degli aumenti.
- Mary Daly, Presidente della Fed di San Francisco, ha dichiarato che la Federal Reserve dovrebbe tenere in considerazione il ritardo con cui le politiche monetarie sono trasmesse all’economia. Daly ha evidenziato che al momento i mercati finanziari si stanno comportando come se i tassi si trovassero al 6%. Tuttavia, la numero uno della Fed di San Francisco ritiene che l’inflazione sia inaccettabilmente alta e ritiene che vi sia ancora del lavoro da fare per riportarla a livelli accettabili.
- Dai verbali della Federal Reserve emerge come il board sia d’accordo nella necessità di iniziare presto ad rallentare il ritmo dei rialzi dei tassi. I funzionari hanno detto anche di vedere ancora pochi segnali di rallentamento dell’inflazione, anche se alcuni componenti hanno espresso delle preoccupazioni in merito ai rischi che il sistema finanziario avrebbe se l’istituto continuasse ad effettuare incrementi aggressivi. Inoltre, alcuni componenti del board hanno detto che “il livello finale dei tassi necessario per raggiungere gli obiettivi è un po' più alto di quanto previsto in precedenza”.
News di Economia - Crescita e recessione
- Secondo l’OCSE, l’economia globale riuscirà ad evitare una recessione l’anno prossimo, anche se si assisterà ad un rallentamento nella crescita, con l’Europa che sarà l’area più colpita (come abbiamo visto anche nell’ultimo webinar “Investire con Francesca Fossatelli”: https://bit.ly/3ihD3dy). Per l’organizzazione, la crescita mondiale dovrebbe attestarsi al 3,1%, per poi passare al 2,2% nel 2023 e al 2,7% nel 2024, meglio delle previsioni di settembre che vedevano un PIL al +3% nel 2022. Per quanto riguarda le politiche monetarie, l’OCSE ritiene che è necessario che la fase restrittiva prosegua al fine di “ancorare saldamente le aspettative di inflazione”.
Altre News Finanziarie
- In Cina i lockdown stanno raggiungendo livelli record, in particolare i casi di Covid-19 stanno aumentando a Pechino, Guangzhou e Chongqing.
- Gazprom ha dichiarato che l’Ucraina starebbe sottraendo gas per la Moldavia dalle linee che attraversano il territorio di Kiev, avvertendo che potrebbe tagliare le forniture a partire dal 28 novembre. La decisione minaccerebbe anche i flussi di gas per l’Europa occidentale.
- L’Europa ha varato un piano sul price cap, che si attiverebbe se il prezzo del gas dovesse superare i 275 euro per megawattora per almeno 10 giorni consecutivi e se lo spread tra il TTF e il LNG supera i 58 euro sempre per 10 giorni di fila. Seguendo queste indicazioni e guardando al passato, si nota come il cap non si sarebbe attivato nemmeno ad agosto, quando i prezzi superarono la soglia per meno di una settimana. Il piano non ha soddisfatto i Paesi membri.
- I Paesi dell’UE e del G7 hanno discusso un cap al petrolio russo compreso tra i 65 e i 70 dollari al barile, mentre il Cremlino ha detto che non fornirà petrolio e gas ai Paesi che si uniranno all'imposizione del tetto dei prezzi.
- All’inizio della settimana, le indiscrezioni del Wall Street Journal evidenziavano come l’OPEC avrebbe discusso un aumento della produzione di 500mila barili al giorno. Dopo la notizia, il Ministro dell’energia saudita, il Principe Abdulaziz bin Salman ha negato i rumor, sostenendo come invece fossero possibili altri tagli dell’output.
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