Come tutte le settimane, riassumiamo in pochi minuti di lettura le principali notizie finanziarie della settimana. Se vuoi ricevere gli aggiornamenti sulle ultime news finanziarie puoi iscriverti gratuitamente alla nostra Newsletter o al nostro Canale Telegram!
News di politica monetaria: BCE
- Olli Rehn, Presidente della Banca centrale finlandese, ha detto che anticipare gli aumenti dei tassi di interesse per contrastare l’inflazione potrebbe permettere ai funzionari di evitare provvedimenti più drastici. In questo modo, per Rehn si potrebbe evitare il “Volcker shock”. Rehn ha ribadito anche che il costo del denaro dovrebbe salire in modo significativo per riportare l’indice dei prezzi al consumo al 2% nel medio termine.
- Mario Centeno, Presidente dell’istituto centrale portoghese, ha detto che l’economia dell’Eurozona potrebbe aver superato le aspettative nel 4° trimestre del 2022, e potrebbe aver concluso l’anno con una crescita positiva. Per Centeno, ci potrebbero essere delle sorprese anche nella prima metà del 2023. Se gli ultimi tre mesi del 2022 fossero positivi, il blocco potrebbe riuscire ad evitare la recessione tecnica, definita normalmente come due trimestri consecutivi con un PIL negativo.
- Il Capo economista della BCE, Philip Lane, ha detto che per riportare l’inflazione all’obiettivo del 2% sono necessari tassi in territorio restrittivo. Per Lane è necessario adottare un approccio prudente tramite l’osservazione del feedback del processo di inasprimento del 2022. Per il prossimo anno o i successivi due, Lane ritiene che il problema sarà il bilanciamento dei rischi di aver fatto poco rispetto a quelli di aver fatto troppo. Inoltre, è importante “la flessibilità in entrambe le direzioni, per assicurarsi che la politica sia aggiustata in modo tempestivo, piuttosto che mantenere una visione fissa del mondo per troppo tempo”.
- Secondo le indiscrezioni Bloomberg, la BCE starebbe considerando un rallentamento nel percorso di rialzo dei tassi rispetto a quanto detto da Lagarde nel meeting di dicembre. Nel dettaglio, dopo un aumento da 50 punti base a febbraio si potrebbe osservare un +25 punti base a marzo.
- Francois Villeroy de Galhau, Presidente della Banca centrale francese, ha detto che i tassi dovranno salire a passi di 50 punti per qualche tempo. Per Villeroy, è troppo presto per parlare dell’aumento di marzo. Il Governatore ha detto anche che la BCE avrà presto a disposizione una gamma più ampia di strumenti per combattere l'inflazione, tra cui un piano per iniziare il quantitative tightening.
- Klaas Knot, Presidente della Banca centrale olandese, ha detto che ci saranno più di un rialzo di mezzo punto percentuale sui tassi da parte della BCE, in quanto la situazione sull’inflazione non è ancora soddisfacente. Per Knot, l’Eurotower continuerà ad incrementare i tassi ad un ritmo costante “sulla base delle informazioni che abbiamo a disposizione oggi, ciò presuppone un altro aumento dei tassi di 50 punti base alla nostra prossima riunione, e forse a quella successiva, e forse anche dopo, ma tutto sarà determinato anche dall'esame dei dati. Quindi non date per scontato che si tratti di un aumento di 50 punti, ma di qualcosa di più".
- Christine Lagarde, Presidente della BCE, si è detta intenzionata a mantenere la rotta con tassi alti per far scendere l’inflazione. La Governatrice dell’Eurotower ritiene il dato troppo elevato e ha evidenziato che il costo del denaro verrà mantenuto in territorio restrittivo fino a quando non sarà mitigato. Lagarde ha detto inoltre che le prospettive economiche dell’Eurozona sono migliori del previsto. In un intervento successivo, la Governatrice ha detto che i policymakers non devono mollare la presa nella lotta all’inflazione anche se il dato sembra aver raggiunto il picco. Tuttavia, Lagarde ha anche messo in luce come la riapertura della Cina contribuirà a mantenere l’inflazione sostenuta in Europa, in quanto entrambe le aree economiche competono per avere più energia
- Dai verbali dell’ultima riunione della BCE emerge come i componenti del board abbiano fatto fatica a raggiungere un compromesso sul rialzo dei tassi da 50 punti base, in quanto molti componenti erano propensi ad una mossa più decisa, da 75 punti base. Una via di mezzo è quindi stata raggiunta con un incremento dello 0,50%, un accordo sulla riduzione del portafoglio obbligazionario e delle affermazioni di Christine Lagarde in merito a altri tre aumenti della stessa entità. Tra i vari elementi riportati nei verbali, è interessante guardare al passaggio sull’inflazione, che sta diventando più “ampia e persistente”, con il dato che anche a dispetto del ribasso di novembre è ancora più alto rispetto alle previsioni di settembre. La dinamica dell’inflazione sottostante è ancora forte mese su mese e vi sono maggiori rischi di radicamento dell’indice dei prezzi al consumo. Alcuni funzionari si sono anche espressi per una riduzione più rapida del portafoglio APP o per una conclusione totale dei reinvestimenti.
News di politica monetaria: Fed
- Lael Brainard, Vicepresidente della Federal Reserve, ha detto che la politica monetaria dovrà rimanere sufficientemente restrittiva per un certo periodo di tempo per assicurarsi che l'inflazione ritorni al 2%. Per Brainard, la moderazione consentirà alla Fed di valutare più dati. Inoltre, l’occupazione e i prezzi potrebbero diminuire senza una grande perdita di posti di lavoro. La Vicepresidente della Fed ritiene che i dati indichino come improbabile l’avvio di una spirale salari-prezzi.
- John Williams, Presidente della Fed di New York, ha detto che la Federal Reserve non ha ancora finito il suo percorso di aumenti del costo del denaro.
Altre news finanziarie ed economiche
- Andrew Bailey, Governatore della BoE, ha detto che l’improvvisa rimozione delle restrizioni in Cina, la guerra in Ucraina e la contrazione della forza lavoro nel Regno Unito sono i principali pericoli per l’economia e l’inflazione inglese. Per Bailey, il venir meno delle misure restrittive a Pechino e la relativa ondata di casi, avrà un impatto negativo nel breve periodo. In successive dichiarazioni, Bailey ha detto che due mesi di inflazione in calo nel Regno Unito sono un segnale positivo, in quanto il Paese potrebbe aver superato il momento peggiore per quanto riguarda i prezzi. Il banchiere centrale ritiene che l’indice dei prezzi al consumo scenderà velocemente nel 2023, probabilmente dalla tarda primavera. Inoltre, il Governatore della Bank of England ha detto di aver notato alcuni segnali in merito ad un raffreddamento della crescita dei salari.
- Il PIL della Cina si è attestato al 3% nel 2022, sotto il target del Governo al 5,5%. La causa è da attribuirsi prevalentemente alle politiche zero-Covid per frenare il contagio. Per il Paese si tratta del secondo dato più debole dal 1976 dopo il 2,2% del 2020. Nel 4° trimestre, la crescita è stata del 2,9%.
- Il Direttore Generale del Fondo Monetario Internazionale, Kristalina Georgieva, ha detto alla CNBC che nel 2023 l’economia rallenterà, ma il 2024 dovrebbe tornare la crescita. Lato Banche centrali, Georgieva ritiene che non sia ancora arrivato il momento di un taglio dei tassi, in un contesto in cui l’inflazione rimane troppo alta.
- L’International Energy Agency ha detto che la domanda di petrolio globale raggiungerà i massimi storici nel 2023, in un contesto in cui la Cina ha allentato le restrizioni per il Covid. Per l’agenzia, la domanda di greggio potrebbe aumentare di 1,9 milioni di barili al giorno per raggiungere il massimo storico di 101,7 milioni.
- Gli USA hanno raggiunto il tetto all’indebitamento di 31.400 miliardi di dollari. Questo potrebbe portare il fronte repubblicano ad imporre tagli alla spesa all’Amministrazione Biden e al Senato a guida dem. Reuters riporta come gli effetti di questo fatto si vedranno a giugno, quando il Tesoro finirà le manovre di emergenza.
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News Finanziarie della settimana dal 9 al 13 gennaio
Per quanto riguarda la settimana precedente invece ripercorriamo le notizie finanziarie rilevanti per chi investe i propri risparmi:
News di politica monetaria: BCE
- Isabel Schnabel, componente del board della BCE, ha detto che i tassi in Eurozona dovranno salire ad un ritmo costante e in modo significativo al fine di raggiungere livelli sufficientemente restrittivi per riportare l’inflazione verso il target di medio termine al 2%.
- Francois Villeroy de Galhau, Presidente della Bank of France, ha detto che la BCE deve essere pragmatica nel rialzo dei tassi, in modo tale che questi raggiungano entro l’estate un livello sufficientemente alto per riportare l’inflazione verso il target del 2%.
- Robert Holzmann, Governatore della Banca centrale austriaca, ha detto che solamente un rallentamento dell’inflazione core può cambiare la decisione della BCE in merito all’aumento dei tassi di interesse. Holzmann ritiene che per via dell’elevata incertezza sia prematuro parlare del tasso terminale.
- Olli Rehn, Presidente della Banca centrale finlandese, ha detto che i tassi dovranno salire ancora in modo significativo per riportare l’inflazione verso il target del 2%. L’aumento del costo del denaro per Rehn permetterà di abbassare la domanda, impedendo un persistente spostamento verso l’alto delle aspettative di inflazione.
- Mario Centeno, Presidente della Banca centrale portoghese, ha detto che gli aumenti dei tassi dovranno persistere fino a quando l’inflazione non avrà iniziato un percorso sostenibile verso il 2%, con l’attuale aumento dei prezzi che è ancora troppo alto.
- Nel bollettino economico, la BCE ha alzato le previsioni di inflazione portandole all’8,4% nel 2022, al 6,3% nel 2023, al 3,4% nel 2024 e al 2,3% nel 2025. La componente core dovrebbe attestarsi al 3,9% nel 2022, al 4,2% nel 2023, al 2,8% nel 2024 e al 2,4% nel 2025. Per quanto riguarda il PIL dell’Eurozona, le attese sono per una crescita del 3,4% nel 2022, dello 0,5% nel 2023, dell’1,9% nel 2024 e dell’1,8% nel 2025. L’Eurotower ha anche avvertito che le misure fiscali dei Governi potrebbero sostenere l’indice dei prezzi al consumo se non dovessero essere sufficientemente temporanee e mirate. Lato tassi, nel bollettino è riportato come questi dovrebbero salire significativamente e ad un ritmo costante, in modo da raggiungere livelli abbastanza restrittivi da abbassare l’inflazione verso il target a medio termine del 2%.
- Martins Kazaks, Presidente della Banca centrale lettone, ha detto che la BCE non taglierà i tassi quest’anno. Questa operazione potrebbe venire effettuata solo nel caso di una profonda recessione. Per Kazaks, il costo del denaro dovrebbe salire ben oltre il territorio restrittivo, evidenziando inoltre che il dato da tenere monitorato è quello dell’inflazione core.
News di politica monetaria: Fed
- La Presidente della Fed di San Francisco, Mary Daly, ha detto di aspettarsi che la Federal Reserve alzi i tassi fino al 5% prima di fare una pausa, anche se non è ancora chiaro il livello finale in quanto dipenderà dai dati relativi all’inflazione.
- Raphael Bostic, Presidente della Fed di Atlanta, ha detto che l’istituto centrale dovrebbe alzare i tassi oltre il 5% entro il 2° trimestre, per poi rimanere in attesa per un lungo tempo.
- Michelle Bowman, componente del board della Fed, ha detto che sono necessari ulteriori rialzi dei tassi per contenere l’inflazione, con l’istituto che dovrebbe mantenere il costo del denaro in territorio restrittivo per qualche tempo. Bowman ha evidenziato anche che per interrompere gli aumenti saranno necessari “segnali convincenti” di picco dell’indice dei prezzi al consumo.
- La Presidente della Fed di Boston, Susan Collins, ha dichiarato di essere a sostegno di un rialzo di 25 punti base nel prossimo 1° febbraio. Questa mossa permetterebbe all’istituto centrale USA di valutare l’impatto delle sue decisioni nell’economia. La Collins si è detta favorevole ad un costo del denaro leggermente superiore al 5% quest’anno.
- Patrick Harker, Presidente della Fed di Philadelphia, ha evidenziato che la Federal Reserve dovrebbe iniziare ad alzare i tassi di 25 punti base alla volta in futuro. Il funzionario ha anche detto di non prevedere una recessione e si attende una crescita dell’1% nel 2023, con un tendenziale 2% per i successivi due anni. La disoccupazione è stimata invece al 4,5% nel 2023 e al 4% nel 2024 e 2025.
Altre news finanziarie ed economiche
- La World Bank ha tagliato le stime di crescita globale per il 2023 dal 3% all’1,7%. La causa principale di questa decisione è dovuta ad un deciso abbassamento delle aspettative sugli USA dal 2,4% allo 0,5%, per la Cina dal 5,2% al 4,3% e per l’Eurozona dall’1,5% allo 0,1%. La Banca Mondiale ha evidenziato che la crescita è rallentata a tal punto che l’economia è vicina ad una recessione. Le stime indicherebbero inoltre il terzo ritmo di crescita più debole degli ultimi 30 anni. Per il 2024, le previsioni per il PIL globale sono passate dal 3% al 2,7%.
- A dicembre, l’inflazione USA si è attestata al 6,5% a/a, in linea con le stime Bloomberg e al di sotto del 7,1% precedente. Su base mensile, la variazione è stata del -0,1%, mentre la rilevazione core ha registrato un +5,7% a/a (in linea con consensus) e un +0,3% mensile. I prezzi dell’energia hanno registrato una flessione del 4,5%: da segnalare il -16,6% nei prezzi dei combustibili. I prezzi del cibo sono cresciuti dello 0,3%, quelli dei nuovi veicoli hanno segnato un -0,1%, quelli delle auto usate il -2,5%, quelli dell’abbigliamento il +0,5% e quello delle commodities sanitarie il +0,1%. Ad essere saliti sono stati anche gli shelter cost (+0,8%), i servizi di trasporto (+0,2%) e i servizi medici (+0,1%). L’indice dei prezzi al consumo americano è sceso per il sesto mese consecutivo, fornendo ulteriori segnali di picco. Dopo la pubblicazione del dato, il CME FedWatch Tool stima un rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve di 25 punti base all’87,2% a febbraio, con un aumento di 50 punti base previsto al 12,8%.