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News di politica monetaria: BCE
- Nel fine settimana il Governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, ha detto che la veloce flessione dei prezzi dell’energia dovrebbe contribuire al contenimento dell’inflazione in Eurozona. Se queste ipotesi fossero corrette, il Presidente della Banca d’Italia ha evidenziato che l’attuale politica della BCE sarebbe corretta, anche se avrebbe preferito un approccio più graduale. Visco ha esortato le aziende a non aumentare i propri margini lasciando i prezzi più alti per più tempo e ha sottolineato come debbano svolgere un ruolo nell’abbassare l’indice dei prezzi al consumo, in modo tale che l’Eurotower non sia costretta a continuare ad alzare i tassi.
- Il Presidente della Bundesbank, Joachim Nagel, ha affermato che la BCE ha ancora bisogno di alzare i tassi per contenere l’inflazione. Inoltre, non è certo che il costo del denaro raggiungerà il suo picco in estate. Per Nagel, la flessione dell’indice dei prezzi al consumo a maggio non è significativa. Inoltre una volta raggiunto il plateau, i tassi dovranno rimanere elevati finché non sarà fuori dubbio che i prezzi torneranno al 2%.
- Christine Lagarde, Presidente della BCE, ha detto che vi sono segnali di moderazione nell’inflazione core ma è ancora prematuro dire se si è arrivati al picco. Lagarde ha ribadito che i tassi dovranno salire ancora e ha affermato che i rialzi del costo del denaro si trasmettono con forza alle condizioni di finanziamento: “i pieni effetti delle nostre misure di politica monetaria stanno iniziando a materializzarsi”. Infine, la Governatrice dell’Eurotower ha affermato di aspettarsi un rafforzamento nei prossimi anni degli effetti delle restrizioni monetarie sull’attività reale e sull’inflazione.
- Klaas Knot, Presidente della Banca centrale olandese, ha detto che le attese del mercato sul tema dell’inflazione e di tagli dei tassi sono troppo ottimistiche. Per Knot questo contesto potrebbe innescare delle tensioni sui mercati finanziari causato da una stretta monetaria più duratura del previsto. L’esponente dell’Eurotower ha poi ribadito di essere favorevole ad altri due rialzi dei tassi, con l’istituto centrale che dovrebbe tenersi pronto ad alzare ancora il costo del denaro nel caso in cui l’inflazione rimanesse troppo alta. In successive dichiarazioni, ha affermato che i prezzi in Eurozona potrebbero rivelarsi più difficili da tenere sotto controllo per via dell’accumulo nel tempo delle pressioni inflazionistiche sottostanti. Tuttavia, Knot ritiene che la politica monetaria stia iniziando a mostrare i suoi effetti e che i tassi dovranno continuare ad essere alzati finché non si vedrà tornare l’inflazione al 2% nel medio termine. L’esponente dell’Eurotower ha affermato che le prossime misure dovranno essere caratterizzate dalla cautela e dovranno tenere conto della stabilità finanziaria.
- Isabel Schnabel, componente del board della BCE, ha detto che i rialzi dei tassi fatti finora potrebbero metterci più tempo del solito prima di mostrare i loro effetti nell’economia reale. Questo anche per via della maggiore diffusione dei prestiti a tasso fisso. Inoltre, l’impatto potrebbe essere meno intenso. Per ora Schnabel ritiene che i rischi di fare troppo poco superino quelli di fare troppo: se le decisioni dell’Eurotower non fossero abbastanza incisive, l’inflazione si radicherebbe rendendo più costoso abbassarla. Da segnalare come la responsabile delle operazioni di mercato della BCE abbia sottolineato che un picco dell’inflazione core non sarebbe sufficiente a dichiarare vittoria. Per quanto concerne le proiezioni economiche dell’istituto centrale, Schnabel evidenzia come queste dovrebbero essere pubblicate con le fasce di confidenza.
- Gabriel Makhlouf, Governatore della Banca centrale irlandese, ha allontanato l’ipotesi di tagli dei tassi entro fine anno, sottolineando come una volta che il costo del denaro avrà raggiunto il suo picco dovrà restarci per qualche tempo. Makhlouf ha aperto le porte ad altri due rialzi da 25 punti base nelle prossime due riunioni dell’Eurotower, mentre per le successive è ancora prematuro capire cosa fare.
- Secondo l’ultimo sondaggio mensile della BCE su 14.000 cittadini europei, ad aprile i consumatori hanno abbassato le attese di inflazione a 1 e 3 anni. Nel dettaglio e rispetto a marzo, le stime a 12 mesi sono passate dal 5% al 4,1%, mentre al 2025 si è scesi dal 2,9% al 2,5%. Le attese di crescita sono invece migliorate dal -1% al -0,8%.
Altre news finanziarie ed economiche
- L’OPEC+ ha stabilito di estendere gli attuali tagli alla produzione fino al 2024, con un target di output a 40,46 milioni di barili al giorno. Oltre a questo, il Ministro dell’Energia dell’Arabia Saudita ha comunicato che a luglio la produzione del Paese passerà da 10 a 9 milioni di barili al giorno. Ricordiamo che attualmente il Cartello ha in atto tagli per 3,66 milioni di barili al giorno: 2 milioni concordati nel 2022 e 1,66 milioni volontari decisi tagliati ad aprile.
- A maggio, gli HCOB dei servizi e compositi (finali) dell’Eurozona hanno deluso le stime degli analisti Reuters che si aspettavano dati in linea con le misurazioni preliminari. Nel dettaglio, la rilevazione sui servizi si è attestata a 55,1 punti, sotto le previsioni a 55,9 punti, mentre il dato composito è stato pari a 52,8 punti contro i 53,3 preliminari.
- Il Fondo Monetario Internazionale ha detto di non aver ancora visto un numero di banche che si sono ritirate dal credito tale da indurre la Fed a cambiare rotta sui tassi. Parlando alla CNBC, Kristalina Georgieva ha affermato anche che la Federal Reserve potrebbe dover alzare nuovamente il costo del denaro dopo i dati sul mercato del lavoro della scorsa settimana. Per Georgieva, la disoccupazione statunitense potrebbe arrivare tra il 4 e il 4,5% a causa degli aumenti del costo del denaro.
- Per il Direttore Esecutivo dell’International Energy Agency, Fatih Birol, la prospettiva di aumento dei prezzi del petrolio è aumentata in modo considerevole dopo le decisioni dell’OPEC+.
- La RBA ha alzato i tassi di altri 25 punti base, lasciando aperta la porta ad ulteriori incrementi in quanto si vuole evitare che le aspettative di inflazione si radichino, con l’indice dei prezzi al consumo giudicato troppo alto. La Reserve Bank of Australia prevede che i prezzi tornino al target del 2%-3% entro metà 2025 e il suo Governatore Philip Lowe ha affermato che il percorso per un soft landing resta stretto, riconoscendo i rischi di un rallentamento economico più marcato.
- In Cina, le esportazioni a maggio sono scese del 7,5%, peggio del consensus Reuters a -0,4%. Le importazioni si sono invece attestate al -4,5% a/a, meglio del -8% stimato. La flessione dell’export fornisce nuovi segnali di debolezza economica per Pechino.
- L’OCSE ha migliorato le stime di crescita globale per il 2023 portandole dal 2,6% al 2,7%: escludendo il 2020, si tratta comunque della percentuale più bassa dalla crisi finanziaria globale. Per il 2024 le stime sono invece per un +2,9%, con l’impatto degli aumenti dei tassi che peserà sempre di più sugli investimenti privati, specie quelli immobiliari. Gli USA dovrebbero crescere dell’1,6% nel 2023 e dell’1% nel 2024, l’Europa dello 0,9% e dell’1,5% nel 2024 e la Cina del 5,4% e del 5,1%. Lato politiche monetarie, l’OCSE si attende presto tassi della Fed al 5,25%-5,5% e “modesti tagli” nel 2024, la BCE dovrebbe invece lasciare il tasso principale al 4,25% fino a fine 2024. L’inflazione dei Paesi del G20 dovrebbe invece attestarsi al 6,1% nel 2023 e al 4,7% nel 2024.
- In un’intervista alla CNBC, Janet Yellen ha detto che l’economia USA si sta dimostrando forte grazie ai consumi, ma vi sono alcune aree che mostrano un rallentamento. Yellen si aspetta una flessione dell’inflazione nei prossimi due anni. Il Segretario al Tesoro USA ritiene che l’indice dei prezzi al consumo possa essere abbattuto con una disoccupazione al 4%. Inoltre si aspetta che la Fed possa essere aiutata dalla legislazione per alzare il tetto al debito e che riduce il deficit di oltre 1.000 miliardi di dollari in un decennio. Janet Yellen ha anche evidenziato che le banche dovranno affrontare delle difficoltà per gli immobili commerciali, causate perlopiù dal rialzo dei tassi e dallo smart working. Tuttavia, il comparto presenta un capitale adeguato e una forte liquidità e il Segretario USA ritiene probabile un ulteriore consolidamento.
- Contro le attese degli analisti, la Bank of Canada ha alzato i tassi di 25 punti base, portandoli dal 4,5% al 4,75% e aprendo la strada ad altri incrementi. Le ragioni della scelta derivano dai consumi “sorprendentemente forti”, dal rimbalzo della domanda dei servizi, dalla ripresa dell’attività immobiliare e dalla rigidità del mercato del lavoro. Inoltre, si teme che l’indice dei prezzi al consumo “possa rimanere materialmente al di sopra del target del 2%” ed è stato evidenziato che la politica monetaria non è sufficientemente restrittiva. L’istituto continua ad aspettarsi un calo dell’inflazione verso il 3% durante l’estate.
- La misurazione finale sul PIL del 1° trimestre dell’Eurozona ha deluso le stime degli analisti Reuters attestandosi all’1% su base annuale. Le previsioni vedevano una misurazione a/a all’1,2%. Su base sequenziale la rilevazione è stata del -0,1%, sotto lo 0% previsto. Dopo il calo analogo del 4° trimestre, anche il blocco è entrato in recessione tecnica (caratterizzata da 2 trimestri consecutivi di crescita negativa).
- Nell’ultima settimana, le richieste di sussidi di disoccupazione si sono attestate a 261mila unità, oltre le attese Reuters a 235mila e le precedenti 233.000 (rivisto da 232.000). Per il dato, si tratta della rilevazione più alta da ottobre 2021.
- Poche notizie di rilievo in questo ultimo giorno della settimana. Sul fronte dei dati macroeconomici, è da segnalare il crollo della produzione industriale italiana di aprile al -7,2%, ben al di sotto rispetto alle attese Reuters al -4,1%. Per quanto concerne la Cina invece, l’indice dei prezzi alla produzione di maggio si è attestato al -4,6% sul -4,3% atteso, mentre l’inflazione allo 0,2%. Per il PPI, si tratta della flessione più veloce da febbraio 2016.
- La People’s Bank of China ha evidenziato come la crescita economica del Paese nel 2° trimestre del 2023 dovrebbe essere relativamente alta, specie per la base del confronto bassa. L’istituto ha ribadito che l’economia cinese si sta riprendendo dal Covid e i bilanci delle aziende “sono in riparazione”. L’inflazione dovrebbe portarsi sopra l’1% entro fine anno. Il Governatore dell’istituto, Yi Gang, si è detto fiducioso nelle capacità di Pechino di raggiungere il target di crescita fissati ad inizio anno (5%). Nel frattempo, la PBOC continuerà ad implementare una politica monetaria prudente, ad intensificare gli aggiustamenti anticiclici, a sostenere l’economia reale e a salvaguardare la stabilità finanziaria.