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News di politica monetaria: BCE
- Joachim Nagel, Presidente della Bundesbank, ha ribadito che la BCE ha ancora molta strada da fare sul fronte dell’aumento dei tassi, segnalando anche di essere favorevole ad “una riduzione significativa del bilancio dell’Eurosistema nei prossimi anni. Successivamente ha ribadito la necessità per la BCE di continuare ad alzare i tassi, anche se non si sa fino a che livello. Inoltre, si è definito cauto nel “proclamare una nuova era di tassi elevati” vista l’incertezza della situazione. Per Nagel, visto quanto successo negli anni ’70, non si dovrebbe reagire in modo troppo timido all’inflazione e non si dovrebbe far disancorare le aspettative sulla crescita dei prezzi.
- Ignazio Visco, Presidente di Bankitalia, ha detto che la BCE potrebbe essere in grado di riportare l’inflazione al target mantenendo elevati i tassi per un periodo adeguato, senza alzarli ulteriormente. Questo permetterebbe anche di valutare l’impatto delle strette precedenti. Visco ritiene che il costo del denaro abbia raggiunto un livello restrittivo. In ogni caso, l’esponente dell’Eurotower ha ripetuto il fatto che le decisioni andranno prese sulla base dei dati. Inoltre, ha affermato di non capire e non essere d’accordo con chi preferisce il rischio di una politica monetaria troppo restrittiva rispetto a quello di una insufficiente.
- Yannis Stournaras, Presidente della Banca centrale greca, ha detto di non escludere un rialzo dei tassi a settembre, ma che sarebbe sorpreso di vedere altri aumenti oltre quella data visti gli sviluppi dell’economia.
- Dal sondaggio della BCE è emerso che a maggio i consumatori hanno abbassato le aspettative di inflazione a 12 mesi. Le attese sono ora per una crescita dei prezzi a 1 anno del 3,9%, meno del 4,1% di aprile e del 5% di marzo. Le stime a 3 anni sono per un 2,5%, senza cambiamenti nei confronti dell’indagine precedente. Da segnalare come l’incertezza sulle aspettative a 12 mesi è scesa ai livelli più bassi di marzo 2022. I consumatori si aspettano che il reddito nominale a 12 mesi salirà dell’1,2% contro l’1,1% di aprile, mentre la spesa nominale, sempre con un orizzonte temporale di un anno, è stimata in salita al 3,5% (3,8% aprile e 4,1% a marzo). Le aspettative di crescita a 12 mesi si sono attestate al -0,7%, contro il -0,8% di aprile, mentre quelle sul tasso di disoccupazione sono passate dall’11,2% di aprile all’11%.
- Luis de Guindos, Vicepresidente della BCE, ha detto che le pressioni sull’inflazione sottostante in Eurozona si stanno allentando, pur rimanendo forti. De Guindos evidenzia che i rialzi dei tassi stanno iniziando a fare effetto e avranno un impatto anche nei prossimi anni, anche se vi è ancora del lavoro da fare con l’indice dei prezzi al consumo dei servizi e il costo del lavoro che andranno monitorati con attenzione. La decisione su quanto avverrà a settembre è ancora aperta. L’esponente del board dell’Eurotower ha ribadito la dipendenza dai dati e che, per quanto riguarda l’inflazione, ci si dovrebbe concentrare maggiormente sulle condizioni macroeconomiche più ampie piuttosto che al contributo relativo di salari e profitti.
News di politica monetaria: Fed
- John Williams, Presidente della Fed di New York, ha ribadito che la scelta fatta dall’istituto centrale di mantenere i tassi fermi a giugno è stata corretta, sottolineando però come sia necessario continuare il percorso di aumenti, sempre a seconda dei dati. Per Williams, anche se le pressioni si sono un po’ allentate, l’inflazione resta troppo alta e non si ritiene soddisfatto.
- Lorie Logan, Presidente della Fed di Dallas, ha detto che nel meeting di giugno vi erano le condizioni per alzare ancora i tassi, anche se visto il contesto difficile “può avere senso saltare una riunione e muoversi in modo più graduale”. Logan ha sottolineato come le prospettive di inflazione oltre il target e un mercato del lavoro più forte delle attese richiedono una politica monetaria più restrittiva. L’esponente del board della Federal Reserve ha affermato anche di tenere sotto controllo il settore immobiliare commerciale, anche se non considera i rischi correlati al comparto particolarmente minacciosi. Inoltre, il mercato immobiliare “potrebbe aver toccato il fondo”. Per quanto riguarda il comparto bancario, Logan lo ritiene forte e con una buona liquidità. Infine, anche se la forza dell’inflazione è stata sottovalutata, non dovrebbe essersi indebolita “la potenza della politica monetaria”.
- I verbali dell’ultima riunione della Fed mostrano come il board si sia mostrato tutto sommato unito nel decidere di mettere in pausa gli aumenti dei tassi per valutare l’impatto dell’inasprimento monetario nell’economia. “Alcuni partecipanti” vedevano la necessità di alzare il costo del denaro già a giugno, in quanto i progressi nel rallentamento dell’inflazione sono stati lenti, lo slancio economico è rimasto forte e il mercato del lavoro è restato rigido. In generale, gran parte degli esponenti ritengono necessario continuare con il ciclo di incrementi, anche se ad un ritmo più lento. Il board continua a vedere una lieve recessione nel 2023 e ritiene un po’ meno probabile evitare un peggioramento economico. In generale, l’istituto continua a ritenere le prospettive su crescita e inflazione incerte.
Altre news finanziarie ed economiche
- In Eurozona, gli HCOB PMI manifatturieri di giugno (finale) si sono attestati a 43,4 punti, sotto la misurazione preliminare e il consensus Reuters a 43,6 punti. Il dato italiano è stato pari a 43,8 punti (stime a 45,3 punti), quello francese a 46 punti (previsioni a 45,5 punti) e quello tedesco a 40,6 punti (attese a 41 punti). Per l’Eurozona, quella di giugno è la rilevazione peggiore da aprile 2020.
- La Reserve Bank of Australia ha lasciato i tassi invariati al 4,10%, in modo tale da aver più tempo per valutare le mosse precedenti. Philip Lowe, Governatore della RBA, ha sottolineato l’incertezza delle prospettive economiche e dei consumi delle famiglie, anche se ritiene necessario continuare ad inasprire la politica monetaria in quanto “l’inflazione è troppo alta e lo rimarrà per un po’”.
- Il Ministero del Commercio cinese ha stabilito che dal 1° agosto controllerà l’export di otto prodotti a base di gallio e di sei a base di germanio. Questa mossa sarebbe stata fatta per tutelare la sicurezza e gli interessi nazionali, anche se molti la ritengono di fatto una ritorsione agli USA. Questi metalli, prodotti principalmente dalla Cina, sono utilizzati nei semiconduttori ad ampia banda nei dispositivi di comunicazione, oltre che sui veicoli elettrici e i pannelli solari.
- L’Arabia Saudita e la Russia hanno intensificato i loro sforzi per tentare di far riprendere il prezzo del petrolio. Il primo Paese ha annunciato che estenderà il taglio volontario di 1 milione di barili a giorno per un altro mese, segnalando che la riduzione dell’output potrebbe proseguire. Stando alle dichiarazioni del vicepremier russo Alexander Novak, la Nazione dovrebbe tagliare la produzione di 500mila barili al giorno ad agosto. Secondo quanto riporta Reuters, i tagli ammontano all’1,5% dell’offerta globale e portano il totale delle varie riduzioni a 5,16 milioni di barili al giorno. Ad aggiungersi a questi due produttori vi è anche l’Algeria, che ha annunciato per agosto un taglio da 20mila barili al giorno.
- Stando a quanto riportato dal Wall Street Journal, gli USA starebbero preparando una limitazione all’accesso delle aziende cinesi ai servizi di cloud computing statunitensi. Se la norma fosse approvata, le società che offrono questo tipo di servizi dovrebbero chiedere un’autorizzazione governativa prima di fornirli alle società della Cina. La decisione verrebbe presa in quanto le compagnie del settore IA cinese potrebbero aver aggirato le attuali regole di controllo dell’export con il cloud.
- Gli HCOB PMI dei servizi e compositi dell’Eurozona a giugno (finali) si sono attestati a 52 e 49,9 punti, sotto il consensus Reuters e le misurazioni preliminari a 52,4 e 50,3 punti.
- L’occupazione ADP si è attestata a 497mila unità a giugno, oltre le 228mila attese dagli analisti censiti da Reuters e le precedenti 267mila (rivisto da 278mila), mostrando un mercato del lavoro ancora forte. A livello di singoli settori, il tempo libero e l’ospitalità hanno aggiunto 232mila posti di lavoro, l’edilizia 97mila, commercio, trasporti e servizi pubblici 90mila, servizi educativi e sanitari 74mila ed estrazione mineraria 69mila. Il comparto manifatturiero ha invece perso 42mila posti di lavoro, l’informazione 30mila e le attività finanziarie 16mila. Le richieste di sussidi di disoccupazione dell’ultima settimana sono invece state pari a 248mila unità, poco sopra le attese a 245mila e alle 236mila precedenti (rivisto da 239mila).
- A giugno, il mercato del lavoro USA ha mostrato segnali di indebolimento. I Non-Farm Payrolls si sono attestati a 209mila unità, sotto le stime Reuters a 225mila unità e alle precedenti 306mila (riviste da 339.000). Il tasso di disoccupazione è stato del 3,6%, in linea con il consensus, mentre il salario orario medio è cresciuto su base annuale del 4,4% (previsioni al 4,2%). A livello di singoli settori, quello governativo ha aggiunto 60mila posti di lavoro, quello sanitario 41mila, quello dell’assistenza sociale 24mila, quello delle costruzioni 23mila, quello dei servizi professionali e di business 21mila, quello del tempo libero e dell’ospitalità 21mila, quello del retail trade ha invece perso 11mila posti, seguito dai -7mila posti di lavoro del comparto di trasporti e magazzini. Dopo la pubblicazione della misurazione, i mercati ritengono probabile all’88,8% un aumento dei tassi di 25 punti base da parte della Fed a luglio.