S&P 500: nel 2025 nuovi top storici e aumento volatilità

Cosa potrebbe accadere sulle azioni statunitensi nel corso del prossimo anno? Recentemente Bank of America ha pubblicato un interessante outlook.

Per gli analisti è probabile che nel corso del 2025 la volatilità tornerà presente, permettendo delle occasioni d’acquisto a prezzi più bassi rispetto a quelli attuali. Tuttavia, le stime per il target dell’S&P 500 sono ottimistiche e pari a 6.666 punti.

La preferenza è sui titoli delle società di alta qualità, con bilanci sani e sensibili al PIL, con potenziale di rendimento cash e rischi di rifinanziamento limitati. Questa azienda-tipo è molto presente all’interno del principale indice di Borsa USA. Si tratta essenzialmente delle large cap value.

Nell’anno, le stime sugli EPS sono a 275 dollari, il 13% in più rispetto alle attese sul 2024. Il recupero delle vendite dovrebbe essere favorito dal risveglio del settore manifatturiero dopo la pausa di due anni. Nel 2026 è vista una normalizzazione degli utili, che potrebbero avvicinarsi alla crescita media di lungo periodo del 7%.

Un fattore di incertezza è visto sul fronte della nuova presidenza Trump, in particolare per quello che concerne i rischi di inflazione e deficit. Dazi e immigrazione aumentano la pressione inflazionistica, mentre i tagli alle imposte sono deflazionistici in quanto i benefici sono trasferiti ai consumatori. Un aiuto potrebbe arrivare anche dalla discesa dei prezzi del petrolio per l’aumento di produzione di energia.

Per le banche, le minori normative sarebbero positive, specialmente ora che presentano bilanci solidi e si concentrano sui ritorni di cassa e sugli aumenti dei prestiti. I minori controlli da parte delle autorità di regolamentazione sarebbero positivi anche in ottica di M&A.

BofA evidenzia che le basi per un solido PIL USA siano presenti, a meno che non si verifichi una forte crescita dei tassi o dell’inflazione, o una guerra commerciale vera e propria.

In termini di settori, quelli sovrappesati sono il finanziario, quello dei materiali, quello del real estate, le utility e i consumi discrezionali. Al contrario, vengono sottopesati l’IT, l’health care e i beni di consumo.

Fonte: ricerca Bank of America

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