Richemont ha annunciato l’aggiornamento sulle vendite del 4° trimestre 2023, in cui ha registrato una crescita dell’8% a 5,6 miliardi di euro sottolineando il difficile contesto macroeconomico e geopolitico. L’aumento è stato guidato soprattutto dalle aree del Giappone (+18%), Asia-Pacifico (+13%) e Americhe (+8%). A livello di canale di distribuzione, la crescita più sostenuta si è vista nel retail (+11%), mentre l’area di business con le performance migliori è stata la Jewellery Maisons (+12%). Dopo questi risultati, che hanno segnalato la tenuta del mercato nonostante le previsioni negative, hanno spinto le azioni a salire di oltre il 10% nella seduta di ieri. Il CFO Burkhart Grund ha detto che il business cinese si sta ricostruendo, anche se il processo potrebbe richiedere anni per una ripresa del comparto del lusso.
Per il momento, Richemont sembra una mosca bianca all’interno del settore. Lo scorso ottobre infatti LVMH ha annunciato che nel 3° trimestre è stata registrata una flessione delle vendite del 9%, segnalando una
normalizzazione della crescita. Per il gruppo gli occhi saranno puntati al
25 gennaio, quando pubblicherà i risultati dell’intero 2023.
Lo scorso 12 gennaio, Burberry ha lanciato un profit warning. La società ha comunicato che le vendite nell’ultimo trimestre del 2023 hanno segnato un -7% su base annuale, attestandosi a 706 milioni di sterline. Pur confidando di poter raggiungere un target di 4 miliardi di sterline di fatturato, il gruppo ha detto che il rallentamento della domanda di beni di lusso sta avendo un impatto sull’attività corrente. Per questo motivo, Burberry stima che l’utile operativo adjusted per l’esercizio che chiude al 30 marzo 2024 sarà tra 410 e 460 milioni di sterline, meno dei precedenti 668 milioni. L’azienda stima inoltre un vento contrario relativo alla valuta di 120 milioni di sterline sui ricavi e di 60 milioni circa per i profitti operativi rettificati.
In generale, è ragionevole pensare che nel 2024 si possa assistere ad una normalizzazione del settore del lusso, dopo i brillanti anni del post-Covid. Oltre a questo, a pesare potrebbero essere anche un rallentamento dell’economia globale, specie quella cinese (
qui le attese per il 2024). Si deve comunque segnalare che il comparto del lusso francese
storicamente performa addirittura meglio del tech.
Settore lusso: ecco le altre date da monitorare
Ma vediamo ora quali sono le altre date da monitorare per alcune delle principali società del lusso, osservando anche le attese Refinitiv su ricavi ed EPS.
- Come avevamo detto prima, i risultati annuali di LVMH verranno pubblicati il 25 gennaio. Refinitiv prevede utili per azione a 31,2 euro e ricavi a 85,622 miliardi di euro. Le attese implicano una crescita su base annuale dell’11,3% e dell’8,13%, ben al di sotto rispetto al 17,33% e 23,31% del 2022.
- I risultati del 2023 di Kering saranno rilasciati il prossimo 8 febbraio. Refinitiv prevede EPS in flessione del 16,16% su base annuale, a 25,51 euro. I ricavi dovrebbero invece segnare una flessione del 3,98% a 19,54 miliardi di euro.
- Hermes pubblicherà i conti del 2023 il prossimo 9 febbraio. Per l’intero anno Refinitiv vede EPS a 38,62 euro e ricavi a 13,41 euro, il 19,6% e il 15,59% in più rispetto al 2022. Si tratta di un rallentamento deciso se si pensa agli aumenti del 38,58% e 29,17% del 2022 e del 76,38% e del 40,58% del 2021.
- Moncler rilascerà i risultati del 28 febbraio. Le attese Refinitiv vedono EPS a 0,9 euro e ricavi a 1,112 miliardi di euro (rispettivamente -3,53% e +6,32% a/a)