Segnali contrastanti dalle azioni USA

Gli analisti di Deutsche Bank notano che quando la Fed inizia a tagliare i tassi l’S&P 500 tende a performare bene, sia in caso di assenza di recessione che nell’eventualità in cui un fenomeno recessivo avvenga in un anno (prima o dopo il primo taglio).

Fonte: ricerca Deutsche Bank

 

C’è però da dire che le 5 maggiori aziende del principale indice di Borsa USA stanno arrivando a pesare il 30% dell’indice, sopra il periodo “Nifty-Fifty” degli anni ’60-’70 e dei primi anni 2000.

Fonte: ricerca Deutsche Bank

 

Ciò non implica che ci si trova in una bolla, ma che si deve fare attenzione in quanto ci si trova in un territorio inesplorato: la performance del listino dipende molto da pochissime aziende.

Per dare un’idea delle dimensioni di questo fenomeno, la market cap di Nvidia è superiore a quella di tutti i mercati azionari del mondo a parte quelli di Cina, Giappone e India.

Per la società, le previsioni degli analisti sono molto positive. Se Nvidia riuscisse a soddisfare le aspettative, verrebbe evidenziato il fatto che l’IA ha rafforzato l’eccezionalismo statunitense.

Se da un lato non mancano le fonti di ottimismo, dall’altro ci sono altri segnali a cui fare attenzione. In una ricerca, Apollo Global Management segnala che la quota di mercato del comparto Tech, Media e Telecom ha raggiunto il 45% circa, livelli simili alla bolla delle dot-com.

Fonte: ricerca Apollo Global Management

 

È interessante segnalare anche un altro elemento: rispetto alla storia, l’S&P 500 è sopravvalutato. Nello specifico, le fasce più alte del P/E forward sono molto superiori rispetto alla media a 30 anni. La situazione richiede quindi alta cautela.

Fonti: ricerche Deutsche Bank e Apollo Global Management

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