USA: i consumi dovrebbero dimostrarsi resistenti

Negli ultimi mesi, sono aumentate le preoccupazioni per lo stato di salute dei consumatori per via dei commenti delle aziende, dei dati sulle vendite al dettaglio di aprile e i segnali di rallentamento del mercato del lavoro. Tuttavia, Goldman Sachs evidenzia che in generale la spesa rimane solida: il dato reale della seconda metà del 2023 è stata decisamente superiore al potenziale e ha avuto un ritmo quasi potenziale nel 1° trimestre. Le attese sono per una situazione sana anche per il 2° trimestre e per una generale stabilità (anche gli upside sono limitati). 

Fonte: ricerca Goldman Sachs

Alcuni investitori continuano a temere che ci sia una certa debolezza di fondo, specie perché nelle telefonate degli utili diverse società hanno fatto spesso riferimento ad un indebolimento dei consumatori di fascia bassa. Questi soggetti sarebbero portati a fare compromessi sempre più difficili per via dell’aumento dei tassi, i quali porterebbero ad un calo della spesa. 

Gli analisti sono meno preoccupati per l’indebolimento dei consumatori, con il forte flusso di cassa delle famiglie che sosterrà la spesa. Le stime sul PCE reale sono al 2,6% nel 2024, ma ci sono rischi sbilanciati verso il basso, visto che il tasso di risparmio è basso e non c’è un chiaro catalizzatore dei consumi. 

Fonte: ricerca Goldman Sachs

In generale, un fattore che sosterrà la crescita del reddito reale sana dovrebbe essere il mercato del lavoro. Nonostante il rallentamento di aprile, le previsioni sono positive e l’indicatore salariale di GS stima una crescita del 3,9% nel 2024. Oltre a ciò, le prove evidenziano che il reddito da lavoro sta dando migliori risultati per i consumatori di fascia bassa. 

Le pressioni sui consumi in primavera dovrebbero essere temporanee



GS vede tre fattori che contribuiscono a spiegare il sentiment negativo sulla spesa. Il primo riguarda le ritenute fiscali che sono aumentate più del previsto a inizio 2024; il secondo è invece relativo alla crescita oltre le attese delle imposte sui guadagni in conto capitale, attualmente di oltre 60 miliardi di dollari in più rispetto al 2023; il terzo elemento è l’inflazione più alta del previsto nel 1° trimestre 2024. Questo ha provocato un’erosione dei guadagni del reddito nominale e della capacità di spesa delle famiglie, oltre ad un calo del sentiment. 

Fonte: ricerca Goldman Sachs

Se la debolezza dei consumi si spiega con le tasse e l’inflazione, è ragionevole ritenere che le battute di arresto saranno temporanee (la stagione fiscale è alle porte e l’inflazione dovrebbe moderarsi nel 2024). 

Due rischi per i consumatori



Ci sono principalmente due rischi che potrebbero provocare un rallentamento della spesa. I dati del Consumer Credit Panel della Fed di New York hanno mostrato un aumento dei tassi di morosità delle carte di credito nel 1° trimestre, guidato in particolare dai soggetti più giovani e a basso reddito. 

Fonte: ricerca Goldman Sachs

Considerando che la percentuale di consumatori che hanno chiuso involontariamente un conto corrente è ai massimi dal 2015, la spesa trainata dal credito potrebbe finire per alcune famiglie

In ogni caso, questo elemento non dovrebbe influenzare troppo i consumi complessivi: il credito al consumo ha rappresentato solo il 9% della crescita della spesa nell’ultimo anno.

Fonte: ricerca Goldman Sachs

Le misurazioni evidenziano anche che la maggior parte delle famiglie ha ancora capacità di indebitamento non utilizzata. È quindi improbabile che si trovino in breve tempo a tagliare i consumi. 

Il secondo rischio è rappresentato dal mercato del lavoro, che sta mostrando sempre più segnali di rallentamento. Se ciò si verificasse, sarebbero le famiglie a basso reddito ad essere penalizzato maggiormente, in quanto sono più esposte a perdere l’impiego nei periodi di crisi e più propense a tagliare le spese quando ciò avviene. 

Fonte: ricerca Goldman Sachs

Goldman Sachs ritiene che per ogni aumento di 1 punto percentuale della disoccupazione riduce la spesa dell’1,2% per i soggetti nel quintile di reddito inferiore e solo dello 0,4% per quelle del quintile superiore. 

Fonte: ricerca Goldman Sachs

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