Secondo gli analisti di UBS, i rischi per la crescita statunitense sono inferiori. Di recente, il Bureau of Economic Analysis ha modificato i dati sul reddito e la spesa personale. Ora il tasso di risparmio è stimato intorno al 5%, con un reddito reali in crescita per l’aumento dei salari e la flessione dell’inflazione.
Fonte: ricerca UBS
In termini di crescita, gli ultimi dati hanno mostrato delle sorprese al rialzo, la disoccupazione è scesa e si è verificato un incremento più forte del previsto delle buste paga. L’aumento dei salari è ancora più forte del decennio pre-Covid, anche se è scesa dal picco del 2022. In questo quadro, i tagli da parte della Fed potrebbero garantire un buon ritmo di crescita economica nei prossimi trimestri.
Fonte: ricerca UBS
Le attese in termini di inflazione, sono per una discesa del PCE al 2,1%, grazie alla discesa dei prezzi della benzina. Ad aggiungersi alla lista di fattori positivi vi è anche la possibile svolta dei dati della componente shelter, che sembra pronta a scendere. Nel medio termine, le pressioni sui prezzi potrebbero rimanere oltre il target del 2% a causa della crescita salariale. Nel lungo periodo invece, l’aumento della produttività guidato dall’IA potrebbe creare un ambiente di bassa inflazione.
Sul fronte delle politiche monetarie, gli esperti ritengono improbabile un altro taglio di 50 punti base da parte della Federal Reserve. L’ipotesi è quella di altre due riduzioni da 25 punti base entro fine anno, seguito da tagli trimestrali nel 2025. Un rischio è rappresentato dal fatto che la Fed possa saltare una riduzione nel 2024. Anche se questo avvenisse, non cambierebbe il quadro generale.
Fonte: ricerca UBS