Un approfondimento sui premi a termine: quanta importanza dare a questi dati?

Nelle ultime settimane si sente molto parlare del premio a termine, il cui aumento è ritenuto uno dei principali responsabili del recente aumento dei rendimenti dei titoli di Stato USA. Un approfondimento su questa variabile è stato svolto dal Wall Street Journal, che la definisce come “la componente dei rendimenti dei Treasury che riflette tutto quello al di fuori dell’aspettativa di base degli investitori per i tassi a breve della Fed”. Questo implica diversi elementi, dall’offerta di bond governativi alle prospettive di inflazione. Solitamente i rendimenti sono determinati dalle previsioni sull’andamento dei tassi a breve: saranno più propensi ad acquistare bond a 1 mese rispetto a quelli 3 anni se si pensa che questo produca un rendimento migliore. Nel momento in cui lo yield dell’obbligazione a lungo viene spinto troppo in alto, ecco che i compratori torneranno a ristabilire un equilibrio verso un valore giudicato quello dei tassi medi per la durata dell’obbligazione.

Se gli investitori ritengono che i tassi finiscano ad un livello più alto rispetto a quanto si aspettino al momento, richiederanno un rendimento supplementare. Viceversa, si potrà accettare un term premium negativo se si pensa che i bond debbano riprendersi con un’economia in difficoltà. Tuttavia, calcolare il premio a termine non è facile, in quanto non esiste una misura perfetta che calcoli le aspettative degli investitori sul futuro. A livello teorico quindi ci sono due modi per calcolarlo: 🔹Il metodo ACM degli economisti Tobias Adrian, Richard Crump ed Emanuel Moench che usa i rendimenti di diversi Treasury per prevedere i tassi a breve cercando pattern nelle loro relazioni nel corso dei decenni; 🔹Il metodo Kim-Wright (dagli economisti Don Kim e Jonathan Wright) che usa un mix di metodi che vanno dalle previsioni dei sondaggi e dai dati sui rendimenti; Entrambi i modelli sono stati oggetto di dibattito, ma di recente entrambi hanno mostrato un’impennata del premio a termine, con il 10 anni tornato in positivo.

Alcune criticità sono relative al fatto che si basino troppo su pattern storici che non possono più essere applicati ora. Wright, uno degli economisti del modello Kim-Wright, ha sottolineato questo fatto evidenziando che questa volta “potrebbe essere completamente diverso”. Alcuni analisti ritengono che sia più l’aumento delle aspettative di cambiamento dei tassi a guidare la crescita dei rendimenti a lungo termine. La tesi è che la tenuta dell’economia stia convincendo sempre più investitori di trovarsi in un ambiente “higher for longer”. Praveen Korapaty, chief interest rates strategist di Goldman Sachs, evidenzia infatti di guardare ai modelli di premio a termine solo insieme ad altri indicatori che collegano le variazioni dei rendimenti a dati economici e sorprese sulla politica della Fed, i quali sostengono l’idea che gli yield siano saliti per il messaggio di tassi “più alti per più tempo”.

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