04 ottobre 2023
La salita dei rendimenti sta mettendo a rischio la possibilità di soft landing, con lo yield del decennale che ha raggiunto valori che non si vedevano dal 2007. Le cause potrebbero essere due: le migliori prospettive di crescita negli Stati Uniti e il timore che gli investitori non riescano ad assorbire l’enorme ammontare di debito. Tuttavia non è ancora chiaro il motivo, elemento che sta facendo salire il premio a termine (compenso richiesto dall’investitore per accorparsi il rischio che i tassi possano cambiare durante la vita del bond). Di conseguenza, chi contrae un mutuo deve pagare di più, in quanto gli investitori chiedono un compenso maggiore per tenere bloccato il loro denaro per periodi più lunghi. È possibile che si debba affrontare una maggiore volatilità dell’inflazione nei prossimi anni, specie se molte delle forze che hanno sostenuto il regime di tassi e prezzi bassi post 2009 si invertissero.
Con una maggiore crescita futura, è possibile che la domanda di Treasury si indebolisca. Tutti questi fattori creano incertezza sui bond. L’aumento dei rendimenti è negativo anche per gli USA stessi per via del maggior costo del debito. Su questo tema, un altro fattore che mette pressione rialzista ai tassi secondo Torsten Slok di Apollo sono i 7.600 miliardi di dollari di debito USA in scadenza entro i prossimi 12 mesi, pari al 31% del totale del debito a stelle e strisce. Per Goldman Sachs, un proseguimento del processo di inasprimento delle condizioni finanziarie cominciato a fine luglio provocherebbe una riduzione dell’output economico dell’1% nel 2024. Un’altra domanda da porsi è da dove deriva la forza dei consumi USA in un contesto di aumenti dei tassi aggressivi della Fed: se il motivo è l’aumento del tasso neutrale allora la Federal Reserve dovrà mantenere più alti i tassi, se invece la spiegazione è il ritardo della trasmissione della politica monetaria, allora l’economia potrebbe rallentare.
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