USA: segnali incoraggianti dall'inflazione abitativa

Goldman Sachs nota che ci sono dei segnali incoraggianti da parte dell’inflazione delle abitazioni (shelter). In particolare, viene evidenziato che i dati del Bureau of Labor Statistics in merito alla lettura preliminare degli ATR (All Teanant Regressed Rent) mostrano una flessione dell’1,1% al ritmo trimestrale annualizzato destagionalizzato. Questa misura ha guidato circa un quarto delle misure shelter ufficiali dell’indice dei prezzi al consumo USA. Tale contrazione potrebbe indicate un netto rallentamento della componente shelter a breve. 


Fonte: ricerca Goldman Sachs

È però da segnalare che l’ATR potrebbe sovrastimare la misura nella quale l’inflazione shelter rallenterà. In primo luogo perché questo tipo di indici sono rumorosi e possono subire ampie revisioni, effetto che potrebbe essere amplificato nelle letture preliminari in quanto includono solo metà delle osservazioni totali. Negli ultimi due anni la revisione media è stata di 3 punti percentuali (non in senso direzionale).

Oltre a questo, si consideri che l’ATR corrisponde alle ponderazioni di diversi tipi di unità abitative campione utilizzate per calcolare gli affitti del CPI, non gli OER. Quest’ultima misura attribuisce un peso doppio alle unità unifamiliari rispetto agli affitti (i prezzi di mercato per le abitazioni unifamiliari è aumentato cumulativamente di circa 10 punti percentuali in più rispetto agli affitti in generale). 


Fonte: ricerca Goldman Sachs

Anche se gli OER dovrebbero continuare ad essere più alti dei livelli pre-pandemici, le misure sull’inflazione abitativa sono state incoraggianti nell’ultimo mese, rallentando in modo brusco a giugno. Le aspettative sono per un’inflazione shelter complessiva contenuta a luglio. In questo contesto, GS ha abbassato le stime per l’inflazione PCE abitativa al 4,3% a/a per dicembre 2024 e al 3% per dicembre 2025. 

Fonte: ricerca Goldman Sachs

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