I Certificati sono degli strumenti finanziari derivati cartolarizzati. Sono quindi:
– derivati: in quanto il loro valore deriva dal prezzo di un altro asset finanziario, detto sottostante;
– cartolarizzati: il Certificato non è uno strumento “fisico” ma è un contratto tra due controparti, da un lato l’investitore e dall’altro l’emittente.
L’emittente è una banca (o altra società finanziaria) che emette, ossia crea, il Certificato.
Il Certificato viene creato dall’emittente “impacchettando” delle opzioni.
Infatti, tranne i Tracker Certificates (che replicano linearmente l’andamento di un asset finanziario), i Certificati sono “pacchetti preconfezionati” di opzioni: ogni Certificato è costituito da un insieme di opzioni semplici (dette nel gergo “opzioni plain vanilla”) e/o complesse (dette nel gergo “opzioni esotiche”). A seconda delle opzioni che costituiscono il Certificato, si ha una diversa struttura o tipologia.
A questo punto vi chiederete perché comprare un Certificato “preconfezionato” se posso costruirmelo da solo comprando solo le opzioni che mi interessano? La risposta è semplice: perché le opzioni esotiche, che si trovano nella maggior parte delle strutture dei Certificati, non sono negoziabili dall’investitore privato. Quindi l’investitore privato non ha alternative, può solo negoziare i Certificati offerti dagli emittenti sul mercato primario e secondario. Ma c’è una buona notizia: vi sono quasi 15 mila strumenti attualmente quotati, quindi è abbastanza difficile che l’investitore non riesca a trovare lo strumento di investimento adatto alle sue esigenze.