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L'OPEC taglia le stime sulla domanda di petrolio

L’OPEC ha tagliato le previsioni sulla crescita della domanda di petrolio di 100mila barili al giorno per quest’anno e il prossimo, prevedendo un’espansione di 1,3 milioni di barili al giorno. Le stime restano comunque ottimistiche: la settimana scorsa l’Energy Information Administration ha abbassato le attese del 30% per il 2025, a 900mila barili al giorno.

L'OPEC taglia le stime sulla domanda di petrolio

L’OPEC ha tagliato le previsioni sulla crescita della domanda di petrolio di 100mila barili al giorno per quest’anno e il prossimo, prevedendo un’espansione di 1,3 milioni di barili al giorno. Le stime restano comunque ottimistiche: la settimana scorsa l’Energy Information Administration ha abbassato le attese del 30% per il 2025, a 900mila barili al giorno.

Trimestrale Goldman Sachs

🔹Ricavi: 15,062 miliardi di dollari, stime a 14,761 miliardi (dati Bloomberg) 🔹EPS: 14,12 dollari contro previsioni a 12,26 dollari (dati Bloomberg) 🔹Ricavi business Global Banking and Markets: 10,707 miliardi di dollari, stime a 10,42 miliardi (dati Bloomberg) 🔹Reddito da interessi netti: 2,895 miliardi di dollari, consensus a 2,277 miliardi (dati Bloomberg) 🔹CET1 ratio: 14,8%, previsioni a 14,96% (dati Refinitiv) 🔹Nel pre-market di Wall Street, le azioni Goldman Sachs segnano il +3,22%

Trimestrale Goldman Sachs

🔹Ricavi: 15,062 miliardi di dollari, stime a 14,761 miliardi (dati Bloomberg) 🔹EPS: 14,12 dollari contro previsioni a 12,26 dollari (dati Bloomberg) 🔹Ricavi business Global Banking and Markets: 10,707 miliardi di dollari, stime a 10,42 miliardi (dati Bloomberg) 🔹Reddito da interessi netti: 2,895 miliardi di dollari, consensus a 2,277 miliardi (dati Bloomberg) 🔹CET1 ratio: 14,8%, previsioni a 14,96% (dati Refinitiv) 🔹Nel pre-market di Wall Street, le azioni Goldman Sachs segnano il +3,22%

Le trimestrali della settimana

Inizia una nuova stagione delle trimestrali in USA. Come di consueto, ecco il calendario delle società che pubblicheranno i risultati del 1° trimestre 2025 in questa settimana, con le relative stime su EPS e ricavi reperite da Refinitiv.

Le trimestrali della settimana

Inizia una nuova stagione delle trimestrali in USA. Come di consueto, ecco il calendario delle società che pubblicheranno i risultati del 1° trimestre 2025 in questa settimana, con le relative stime su EPS e ricavi reperite da Refinitiv.

Trump conferma l'arrivo dei dazi sull'elettronica

Dopo varie conferme e smentite, Trump ha annunciato che continuerà ad applicare i dazi su telefoni, computer ed elettronica di largo consumo . Ciò implica che quella annunciata venerdì è una tregua e fa parte di un piano più ampio per applicare un dazio specifico per il settore. Il Presidente USA ha anche segnalato l’apertura al dialogo con le aziende sulla portata della tariffa settoriale sui semiconduttori e prodotti che si basano su di essi. Anche se temporanea, la pausa implica del tempo (forse un paio di mesi) senza dazi aggiuntivi prima delle misure specifiche a livello settoriale. In questa finestra, le aziende potranno spingere per ottenere diverse esclusioni. Diversi funzionari statunitensi hanno detto che la tariffa sarà sicuramente inferiore al 125% sulla Cina fissata la scorsa settimana e forse superiori al 10% applicato ad altri Paesi.

Trump conferma l'arrivo dei dazi sull'elettronica

Dopo varie conferme e smentite, Trump ha annunciato che continuerà ad applicare i dazi su telefoni, computer ed elettronica di largo consumo . Ciò implica che quella annunciata venerdì è una tregua e fa parte di un piano più ampio per applicare un dazio specifico per il settore. Il Presidente USA ha anche segnalato l’apertura al dialogo con le aziende sulla portata della tariffa settoriale sui semiconduttori e prodotti che si basano su di essi. Anche se temporanea, la pausa implica del tempo (forse un paio di mesi) senza dazi aggiuntivi prima delle misure specifiche a livello settoriale. In questa finestra, le aziende potranno spingere per ottenere diverse esclusioni. Diversi funzionari statunitensi hanno detto che la tariffa sarà sicuramente inferiore al 125% sulla Cina fissata la scorsa settimana e forse superiori al 10% applicato ad altri Paesi.

Williams (Fed): peggiora l'outlook economico per gli USA

John Williams, Presidente della Fed di New York, ha detto di attendersi un peggioramento della crescita e un aumento di inflazione e disoccupazione negli USA a causa della politica tariffaria e della riduzione dell’immigrazione. Nell’attuale contesto, l’orientamento moderatamente restrittivo della politica monetaria è appropriato. Williams ha sottolineato il peggioramento del sentiment di consumatori e imprese e stima un rallentamento del PIL sotto l’1% nel 2025, un aumento della disoccupazione al 4,2%/4,5% e un’inflazione tra il 3,5% e il 4%. Anche Williams ha ribadito l’importanza di mantenere ancorate le aspettative di inflazione.

Williams (Fed): peggiora l'outlook economico per gli USA

John Williams, Presidente della Fed di New York, ha detto di attendersi un peggioramento della crescita e un aumento di inflazione e disoccupazione negli USA a causa della politica tariffaria e della riduzione dell’immigrazione. Nell’attuale contesto, l’orientamento moderatamente restrittivo della politica monetaria è appropriato. Williams ha sottolineato il peggioramento del sentiment di consumatori e imprese e stima un rallentamento del PIL sotto l’1% nel 2025, un aumento della disoccupazione al 4,2%/4,5% e un’inflazione tra il 3,5% e il 4%. Anche Williams ha ribadito l’importanza di mantenere ancorate le aspettative di inflazione.

Musalem (Fed): nel breve si rischia aumento dell'inflazione

Alberto Musalem, Presidente della Fed di St. Louis, ha detto che nel breve termine c’è il rischio di un aumento dell’inflazione e indebolimento del mercato del lavoro . Musalem ha ribadito le preoccupazioni in merito alla persistenza di alcuni effetti inflazionistici delle tariffe: per questo sarà difficile mantenere ancorate le aspettative di inflazione di lungo termine . Questo rende fondamentale per la politica monetaria restare vigile e valutare le prospettive e i rischi per i lati del suo mandato. In tale contesto, la crescita continuerà, ma ad un ritmo più moderato.

Musalem (Fed): nel breve si rischia aumento dell'inflazione

Alberto Musalem, Presidente della Fed di St. Louis, ha detto che nel breve termine c’è il rischio di un aumento dell’inflazione e indebolimento del mercato del lavoro . Musalem ha ribadito le preoccupazioni in merito alla persistenza di alcuni effetti inflazionistici delle tariffe: per questo sarà difficile mantenere ancorate le aspettative di inflazione di lungo termine . Questo rende fondamentale per la politica monetaria restare vigile e valutare le prospettive e i rischi per i lati del suo mandato. In tale contesto, la crescita continuerà, ma ad un ritmo più moderato.

USA: peggiora ancora il sentiment dei consumatori

L’indice di sentiment elaborato dall’Università del Michigan (aprile, preliminare) è sceso da 57 a 50,8 punti , meno dei 53,8 punti attesi dagli analisti censiti da Bloomberg e ai minimi da 3 anni . L’indice delle aspettative ha segnato una contrazione dal 52,6 a 47,2 punti, mentre quello relativo alle condizioni correnti ha registrato una discesa da 63,8 a 56,5 punti. Le aspettative di inflazione a 1 anno sono salite dal 5% al 6,7%, massimi dal 1981 . Nel frattempo le aspettative a lungo termine sono passate dal 4,1% al 4,4%, raggiungendo i livelli più alti da metà 1991. Joanne Hsu, Survey of Consumer Director, ha detto che i consumatori stanno riportando diversi segnali di allarme che aumentano il rischio di recessione. La quota di intervistati che si aspetta un aumento della disoccupazione nel prossimo anno è arrivata ai massimi dal 2009 . Fonte immagine: Bloomberg

USA: peggiora ancora il sentiment dei consumatori

L’indice di sentiment elaborato dall’Università del Michigan (aprile, preliminare) è sceso da 57 a 50,8 punti , meno dei 53,8 punti attesi dagli analisti censiti da Bloomberg e ai minimi da 3 anni . L’indice delle aspettative ha segnato una contrazione dal 52,6 a 47,2 punti, mentre quello relativo alle condizioni correnti ha registrato una discesa da 63,8 a 56,5 punti. Le aspettative di inflazione a 1 anno sono salite dal 5% al 6,7%, massimi dal 1981 . Nel frattempo le aspettative a lungo termine sono passate dal 4,1% al 4,4%, raggiungendo i livelli più alti da metà 1991. Joanne Hsu, Survey of Consumer Director, ha detto che i consumatori stanno riportando diversi segnali di allarme che aumentano il rischio di recessione. La quota di intervistati che si aspetta un aumento della disoccupazione nel prossimo anno è arrivata ai massimi dal 2009 . Fonte immagine: Bloomberg

USA: indice dei prezzi alla produzione sotto le attese

A marzo, l’indice dei prezzi alla produzione USA si è attestato al 2,7% su base annuale , sotto il 3,3% atteso dagli analisti censiti da Bloomberg e il 3,2% di febbraio. La rilevazione è ai minimi da settembre 2024. La misurazione core è scesa dal 3,5% (rivisto dal 3,4%) al 3,3%, anche in questo caso meno del consensus al 3,6%. Il dato appare positivo (anche se si deve sempre tenere a mente l’impatto dei dazi), specie se si considera che alcune componenti del PPI sono utilizzate per il calcolo del PCE. La discesa è stata guidata dai prezzi dell’energia. Fonte immagine: Bloomberg

USA: indice dei prezzi alla produzione sotto le attese

A marzo, l’indice dei prezzi alla produzione USA si è attestato al 2,7% su base annuale , sotto il 3,3% atteso dagli analisti censiti da Bloomberg e il 3,2% di febbraio. La rilevazione è ai minimi da settembre 2024. La misurazione core è scesa dal 3,5% (rivisto dal 3,4%) al 3,3%, anche in questo caso meno del consensus al 3,6%. Il dato appare positivo (anche se si deve sempre tenere a mente l’impatto dei dazi), specie se si considera che alcune componenti del PPI sono utilizzate per il calcolo del PCE. La discesa è stata guidata dai prezzi dell’energia. Fonte immagine: Bloomberg

Trimestrale JP Morgan

🔹Ricavi: 46,014 miliardi di dollari, attese a 44,394 miliardi (dati Bloomberg) 🔹EPS: 5,07 dollari, previsioni a 4,61 dollari (dati Bloomberg) 🔹Reddito da interessi netti: 23,375 miliardi di dollari, stime a 23,160 miliardi (dati Bloomberg) 🔹Ricavi da trading: 9,663 miliardi di dollari, stime a 9,124 miliardi (dati Bloomberg) 🔹Commissioni da investment banking: 2,248 miliardi di dollari, attese a 2,243 miliardi (dati Bloomberg) 🔹CET1 ratio: 15,40%, previsioni a 15,69% (dati Bloomberg) 🔹Spese non per interessi: 23,597 miliardi di dollari, attese a 23,784 miliardi (dati Bloomberg) 🔹Gli accantonamenti per perdite su crediti sono stati pari a 973 milioni di dollari, ben oltre i 256,16 milioni previsti 🔹Per il 2025, la società si aspetta un reddito da interessi netti a 94,5 miliardi di dollari e spese rettificate per 95 miliardi 🔹Nel pre-market di Wall Street, le azioni JP Morgan segnano il -1,16%

Trimestrale JP Morgan

🔹Ricavi: 46,014 miliardi di dollari, attese a 44,394 miliardi (dati Bloomberg) 🔹EPS: 5,07 dollari, previsioni a 4,61 dollari (dati Bloomberg) 🔹Reddito da interessi netti: 23,375 miliardi di dollari, stime a 23,160 miliardi (dati Bloomberg) 🔹Ricavi da trading: 9,663 miliardi di dollari, stime a 9,124 miliardi (dati Bloomberg) 🔹Commissioni da investment banking: 2,248 miliardi di dollari, attese a 2,243 miliardi (dati Bloomberg) 🔹CET1 ratio: 15,40%, previsioni a 15,69% (dati Bloomberg) 🔹Spese non per interessi: 23,597 miliardi di dollari, attese a 23,784 miliardi (dati Bloomberg) 🔹Gli accantonamenti per perdite su crediti sono stati pari a 973 milioni di dollari, ben oltre i 256,16 milioni previsti 🔹Per il 2025, la società si aspetta un reddito da interessi netti a 94,5 miliardi di dollari e spese rettificate per 95 miliardi 🔹Nel pre-market di Wall Street, le azioni JP Morgan segnano il -1,16%

Trimestrale Wells Fargo

🔹Ricavi: 20,149 miliardi di dollari, consensus a 20,733 miliardi (dati Bloomberg) 🔹EPS: 1,27 dollari su previsioni a 1,23 dollari (dati Bloomberg) 🔹Reddito da interessi netti: 11,572 miliardi, stime a 11,829 miliardi (dati Bloomberg) 🔹CET 1 ratio: 11,1%, previsioni a 11,07% (dati Bloomberg) 🔹Spese non per interessi: 13,891 miliardi di dollari, consensus a 14,033 miliardi (dati Bloomberg) 🔹Gli accantonamenti per perdite su crediti sono stati di 932 milioni di dollari, meno delle stime a 1,22 miliardi 🔹Le commissioni dell’investment banking sono salite del 24%, a 775 milioni di dollari 🔹Per l’intero anno, il gruppo si aspetta un reddito da interessi netti in crescita su base annuale dell’1%-3%, in linea con la guidance precedente. Le spese noninterest sono viste a circa 54,2 miliardi di dollari 🔹Nel pre-market di Wall Street, le azioni Wells Fargo segnano il +0,30%

Trimestrale Wells Fargo

🔹Ricavi: 20,149 miliardi di dollari, consensus a 20,733 miliardi (dati Bloomberg) 🔹EPS: 1,27 dollari su previsioni a 1,23 dollari (dati Bloomberg) 🔹Reddito da interessi netti: 11,572 miliardi, stime a 11,829 miliardi (dati Bloomberg) 🔹CET 1 ratio: 11,1%, previsioni a 11,07% (dati Bloomberg) 🔹Spese non per interessi: 13,891 miliardi di dollari, consensus a 14,033 miliardi (dati Bloomberg) 🔹Gli accantonamenti per perdite su crediti sono stati di 932 milioni di dollari, meno delle stime a 1,22 miliardi 🔹Le commissioni dell’investment banking sono salite del 24%, a 775 milioni di dollari 🔹Per l’intero anno, il gruppo si aspetta un reddito da interessi netti in crescita su base annuale dell’1%-3%, in linea con la guidance precedente. Le spese noninterest sono viste a circa 54,2 miliardi di dollari 🔹Nel pre-market di Wall Street, le azioni Wells Fargo segnano il +0,30%

La Cina porta i dazi sugli USA al 125%

La Cina ha annunciato un aumento delle tariffe sulle merci statunitensi dall’84% al 125% a partire dal 12 aprile . La decisione arriva dopo che la Casa Bianca ha chiarito che la tariffa su Pechino sono saliti al 145%. Nella dichiarazione del Paese asiatico, viene specificato che non si presterà attenzione ad altri incrementi da parte dei dazi USA, in quanto non c’è alcuna possibilità di accettazione del mercato per le merci statunitensi esportate in Cina.

La Cina porta i dazi sugli USA al 125%

La Cina ha annunciato un aumento delle tariffe sulle merci statunitensi dall’84% al 125% a partire dal 12 aprile . La decisione arriva dopo che la Casa Bianca ha chiarito che la tariffa su Pechino sono saliti al 145%. Nella dichiarazione del Paese asiatico, viene specificato che non si presterà attenzione ad altri incrementi da parte dei dazi USA, in quanto non c’è alcuna possibilità di accettazione del mercato per le merci statunitensi esportate in Cina.

Goolsbee (Fed): si rischia uno shock stagflazionistico

Austan Goolsbee, Presidente della Fed di Chicago, ha detto che le tariffe sono uno shock stagflazionistico e peggiorano entrambi i lati del mandato della Banca centrale USA , con i prezzi che salgono mentre si perdono posti di lavoro e la crescita diminuisce. Un altro rischio riguarda il calo del sentiment, che potrebbe auto alimentarsi e ridurre gli investimenti. Goolsbee continua a ritenere che i tassi saranno più bassi nei prossimi 12-18 mesi , ma la soglia per la riduzione ora è un po’ più alta. Oltre a ciò, è importante mantenere stabili le aspettative di inflazione : se quelle di lungo termine aumentassero, la Fed deve agire.

Goolsbee (Fed): si rischia uno shock stagflazionistico

Austan Goolsbee, Presidente della Fed di Chicago, ha detto che le tariffe sono uno shock stagflazionistico e peggiorano entrambi i lati del mandato della Banca centrale USA , con i prezzi che salgono mentre si perdono posti di lavoro e la crescita diminuisce. Un altro rischio riguarda il calo del sentiment, che potrebbe auto alimentarsi e ridurre gli investimenti. Goolsbee continua a ritenere che i tassi saranno più bassi nei prossimi 12-18 mesi , ma la soglia per la riduzione ora è un po’ più alta. Oltre a ciò, è importante mantenere stabili le aspettative di inflazione : se quelle di lungo termine aumentassero, la Fed deve agire.

Collins (Fed): i dazi rallenteranno il percorso dei tagli

Susan Collins, Presidente della Fed di Boston, ha detto che la Banca centrale potrebbe ancora tagliare i tassi nel corso dell’anno , ma il percorso potrebbe venire rallentato dall’inflazione innescata dai dazi. In attesa di maggiore chiarezza, l’approccio migliore è quello di mantenere i tassi fermi. Le stime dello staff di Collins vedono l’inflazione aumentare di 0,7-1,2 punti percentuali nel caso di aumento dell’aliquota tariffaria effettiva superiore al 10%. Nel medio termine comunque, le pressioni sui prezzi dovrebbero comunque arrivare al target. Per quanto riguarda la crescita economica, è atteso un rallentamento sotto il trend, con la domanda che si sta raffreddando rispetto all’offerta.

Collins (Fed): i dazi rallenteranno il percorso dei tagli

Susan Collins, Presidente della Fed di Boston, ha detto che la Banca centrale potrebbe ancora tagliare i tassi nel corso dell’anno , ma il percorso potrebbe venire rallentato dall’inflazione innescata dai dazi. In attesa di maggiore chiarezza, l’approccio migliore è quello di mantenere i tassi fermi. Le stime dello staff di Collins vedono l’inflazione aumentare di 0,7-1,2 punti percentuali nel caso di aumento dell’aliquota tariffaria effettiva superiore al 10%. Nel medio termine comunque, le pressioni sui prezzi dovrebbero comunque arrivare al target. Per quanto riguarda la crescita economica, è atteso un rallentamento sotto il trend, con la domanda che si sta raffreddando rispetto all’offerta.

Le azioni USA restano sopravvalutate

Le azioni statunitensi sono ancora costose rispetto al resto dell’anno e c’è ancora spazio per la moderazione nelle valutazioni se continueranno ad esserci dubbi in merito all’eccezionalità dell’economia statunitense. Tra il 2019 e il 2019 il P/E forward dell’indice USA rispetto ai peer internazionali è salito dal 4% al 30%. A fine 2024 questo valore è salito al 67%: 22x contro 13,3x. Con le ultime vendite il dato livello è sceso al 48%, minimi dal 2023 ma ancora alto rispetto agli standard storici . Il calo da inizio anno è del -17% circa, contro il -7,5% internazionale. L’azione mediana USA a fine 2024 era quotata con un premio su quella internazionale del 30%, ora al 17%. Un’altra informazione che si può ottenere dal P/E, che ora si trova al di sotto della norma post-Covid, è che l’ottimismo nei confronti di AI e soft landing è stato più che compensato dalle paure in merito alle tariffe . L’indice Bloomberg US scambia con un P/E forward a 18,5x, il 20% sopra il minimo del bear market del 2022 a 15,5x. Al contrario, mercati emergenti e sviluppati ex-US sembrano più a buon mercato , elemento che li potrebbe proteggere da ulteriori ribassi (anche se le valutazioni di quelli sviluppati sono ancora il 18% sopra i minimi del 2022). Fonte: Bloomberg

Le azioni USA restano sopravvalutate

Le azioni statunitensi sono ancora costose rispetto al resto dell’anno e c’è ancora spazio per la moderazione nelle valutazioni se continueranno ad esserci dubbi in merito all’eccezionalità dell’economia statunitense. Tra il 2019 e il 2019 il P/E forward dell’indice USA rispetto ai peer internazionali è salito dal 4% al 30%. A fine 2024 questo valore è salito al 67%: 22x contro 13,3x. Con le ultime vendite il dato livello è sceso al 48%, minimi dal 2023 ma ancora alto rispetto agli standard storici . Il calo da inizio anno è del -17% circa, contro il -7,5% internazionale. L’azione mediana USA a fine 2024 era quotata con un premio su quella internazionale del 30%, ora al 17%. Un’altra informazione che si può ottenere dal P/E, che ora si trova al di sotto della norma post-Covid, è che l’ottimismo nei confronti di AI e soft landing è stato più che compensato dalle paure in merito alle tariffe . L’indice Bloomberg US scambia con un P/E forward a 18,5x, il 20% sopra il minimo del bear market del 2022 a 15,5x. Al contrario, mercati emergenti e sviluppati ex-US sembrano più a buon mercato , elemento che li potrebbe proteggere da ulteriori ribassi (anche se le valutazioni di quelli sviluppati sono ancora il 18% sopra i minimi del 2022). Fonte: Bloomberg

Prada compra Versace da Capri Holdings

Prada acquisterà Versace da Capri Holdings per 1,38 miliardi di dollari . Il prezzo finale potrebbe essere modificato al momento o dopo la chiusura dell’operazione sulla base delle stime del capitale netto circolante e del debito netto di Versace. L’operazione dovrebbe essere finalizzata nella seconda metà del 2025. La vendita darà a Capri Holdings la capacità di rafforzare il bilancio, permettendo buyback e investimenti nel suo brand principale, Michael Kors. Al momento, le azioni Capri Holdings segnano il -10,73%. Fonte immagine: Bloomberg

Prada compra Versace da Capri Holdings

Prada acquisterà Versace da Capri Holdings per 1,38 miliardi di dollari . Il prezzo finale potrebbe essere modificato al momento o dopo la chiusura dell’operazione sulla base delle stime del capitale netto circolante e del debito netto di Versace. L’operazione dovrebbe essere finalizzata nella seconda metà del 2025. La vendita darà a Capri Holdings la capacità di rafforzare il bilancio, permettendo buyback e investimenti nel suo brand principale, Michael Kors. Al momento, le azioni Capri Holdings segnano il -10,73%. Fonte immagine: Bloomberg
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